IL CASO
RONCHI DEI LEGIONARI È stata presa per il collo, con una mano. Nell'istante

Giovedì 16 Settembre 2021
IL CASO RONCHI DEI LEGIONARI È stata presa per il collo, con una mano. Nell'istante
IL CASO
RONCHI DEI LEGIONARI È stata presa per il collo, con una mano. Nell'istante successivo ha sentito la gamba dell'aggressore bloccare la sua. Ed è finita a terra, come fosse vittima di una mossa di arti marziali. Ha battuto la testa, riportando un trauma cranico. Otto giorni di prognosi. La sua unica colpa? Aver chiesto a una coppia di viaggiatori di esibire il Green pass. Cioè aver fatto il suo lavoro, averlo fatto bene. Protagonista della vicenda assurda è stata una dipendente del Trieste Airport, l'aeroporto di Ronchi dei Legionari. L'aggressore, invece, un passeggero italiano che - in coppia con una donna - si stava imbarcando su un volo diretto a Londra.
I fatti sono stati raccontati dal segretario della Fit Cisl Fvg, Antonio Pittelli. In aeroporto c'è un'unica sala deputata ai controlli ed è lì che martedì è successo tutto. «Quando si è sentito chiedere il Green pass - ha spiegato Pittelli - l'uomo si è immediatamente alterato e ha iniziato a strappare alcuni cartelli. Poi ha improvvisamente aggredito la dipendente, che è finita rovinosamente a terra». Poco distante, al Trieste Airport, c'è il punto di polizia. Gli agenti sono intervenuti immediatamente e hanno bloccato l'aggressore, evitando che la situazione degenerasse ancora di più. Scossa, la dipendente - goriziana - dell'aeroporto del Fvg ha scelto di raccontare tutto al sindacato a cui è iscritta. «Episodi del genere rischiano ormai di diventare quotidiani per chi esercita ruoli di controllo sui mezzi: ieri è accaduto in aeroporto, ma abbiamo segnalazioni anche dai treni e temiamo le stesse reazioni anche sugli autobus. Stiamo riscontrando e segnalando continui casi di aggressioni verbali nei confronti dei lavoratori dell'aeroporto, del trasporto pubblico locale e dei treni. E questo avviene sia nei confronti di chi opera a bordo dei mezzi, ma anche, sempre di più, di chi presta il servizio a terra, che semplicemente con alta professionalità svolge il suo lavoro. Non è possibile che chi svolge correttamente il proprio lavoro diventi un bersaglio». Solidarietà anche da parte del presidente Fedriga: «Si tratta di comportamenti inaccettabili che vanno stroncati sul nascere e stigmatizzati».
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