I RITRATTI
Martellago piange la prima vittima da coronavirus: si tratta di Alfredo

Giovedì 26 Marzo 2020
I RITRATTI
Martellago piange la prima vittima da coronavirus: si tratta di Alfredo Lella, 72 anni, di Olmo, deceduto ieri verso mezzogiorno all'ospedale dell'Angelo. Lella, che soffriva già di diverse patologie, in particolare ai reni, il 7 marzo aveva accusato un mancamento a casa, la moglie lo aveva condotto al pronto soccorso dove era stato sottoposto al tampone, risultato positivo. Il paziente è stato curato nel reparto di terapia semi intensiva, mentre tutti i suoi familiari sono stati posti in quarantena e l'hanno superata: sono tutti negativi. Purtroppo, però, negli ultimi giorni le condizioni del 72enne si sono aggravate, il virus ha avuto il sopravvento sul suo già delicato quadro di salute pregresso, fino al tragico epilogo. Originario di Cavarzere, dopo aver abitato per alcuni anni a Chirignago, Lella si era trasferito fin dagli anni Settanta a Olmo di Martellago, dove risiedeva in via Olmo ed era molto conosciuto e ben voluto: per tanti anni aveva anche fatto parte del locale Milan Club. Diplomato all'istituto Pacinotti di Mestre, ufficiale di marina durante il servizio militare (ci teneva molto), aveva lavorato praticamente tutta la vita come responsabile vendite alla ditta Sami Instruments di Noale, specializzata nella produzione di valvole, ed era in pensione dal 2005. Lascia nel dolore la moglie Maria, i figli Sabrina e Stefano, l'amato nipote Thomas, un fratello e una sorella.
Piange anche la comunità di Borbiago di Mira, dove si registra la seconda vittima del Covid-19 in comune. Martedì 24 nel pomeriggio si è spento Dino Alessandrin, 83 anni, ricoverato da venerdì scorso nel reparto di Medicina di Dolo. «E' accaduto tutto talmente in fretta che non siamo neppure riusciti a salutarlo, neppure per telefono. Non abbiamo potuto stargli vicino», racconta la figlia Catia che insieme al fratello e alla madre sono, da sabato scorso, in quarantena a Borbiago. Si tratta del secondo decesso di un anziano con coronavirus dopo Mario Veronese, 77 anni, di Oriago, mancato lo scorso 1 marzo. Dino Alessadrin aveva lavorato per molti anni al Porto di Venezia e a 50 anni era andato in pensione coltivando con entusiasmo le sue passioni. «Mio padre era molto dinamico, amava moltissimo le bocce e nel 1977 aveva anche partecipato ai campionati italiani - racconta la figlia. E' stato fortunato, andando in pensione presto ha potuto coltivare i suoi hobby, le passeggiate e gli incontri con gli amici, al Centro anziani di Spinea. Almeno fino a quando non hanno chiuso tutto per questo maledetto virus». Una persona in ottima salute che improvvisamente, come raccontano i famigliari, la scorsa settimana ha iniziato a sentirsi debole. «Mio padre non stava mai male e non aveva particolari disturbi racconta la figlia prima di venerdì scorso non era mai stato ricoverato in ospedale e il prossimo giugno avrebbe compiuto 84 anni. Alcuni giorni fa aveva iniziato a lamentarsi per una forte debolezza alle gambe, non riusciva ad alzarsi e dopo qualche giorno è arrivata la febbre. Abbiamo avvertito il medico curante e venerdì scorso lo hanno ricoverato d'urgenza. Da allora non lo abbiamo più potuto vedere o sentire. Sabato ci è stato comunicato, sempre attraverso il medico curante, che il tampone era positivo e che dovevamo stare in quarantena fino al 4 aprile. Martedì l'ultima telefonata del medico dell'ospedale che ci comunicava prima le sue difficoltà nel respirare autonomamente e poi la sua morte». Non ancora fissata la data dell'ultimo saluto. «Era una bella persona racconta il cugino Guerrino Palmarini, ex consigliere comunale mi ha insegnato a giocare a bocce e ad appassionarmi al cinema».
Nicola De Rossi
Luisa Giantin
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