I docenti precari all'Ufficio scolastico «Chiamateci, siamo pronti a lavorare»

Domenica 20 Settembre 2020
«Chiamateci, noi professori precari siamo pronti a lavorare, vogliamo lavorare». È questo l'appello di Davis Zappia, 28 anni di Mestre, che come tanti suoi colleghi precari, attende la nomina dall'Ufficio scolastico provinciale di Venezia.
Il giovane professore ha terminato il suo precedente incarico lo scorso 30 giugno nell'istituto comprensivo di Viale San Marco ed attualmente è in disoccupazione.
«Ad oggi non hanno chiamato nessuno in servizio - spiega Zappia -, nonostante le dichiarazioni della Ministra Azzolina che prevedevano assunzioni entro il 24 settembre. Non sappiamo che fine faremo, se troveremo lavoro e dove eventualmente verremo mandati. L'Ufficio scolastico provinciale di Venezia rifiuta ogni contatto e prende tempo. Non riusciamo a capire se si tratta di una mancata comunicazione tra enti locali e Ministero o di un accordo tacito. In questi miei anni di precariato non era mai successo un ritardo simile. Normalmente l'ufficio scolastico inviava in tempi brevi una proposta, la si poteva accettare ma poi si poteva anche scegliere di cambiare incarico se ne arrivava un'altra migliore. Ora le cose sono cambiate: viene fatta una sola proposta e se non si accetta si finisce in fondo alla graduatoria».
Le preoccupazioni dei precari perciò aumentano. In realtà l'Ufficio scolastico provinciale sta chiamando i docenti precari, ma al momento solo per i professori di sostegno della scuola primaria. «Noi della scuola secondaria dobbiamo aspettare non si sa ancora quanto, forse le prime chiamate arriveranno la prossima settimana - continua Zappia -. Mi chiedo come possiamo mantenerci economicamente, ma soprattutto sentirci realizzati, lontani dal lavoro e dai ragazzi che amiamo. Ho sempre accettato tutto ciò che mi è stato proposto, ci sono tantissimi posti vacanti che ci attendono».
D.Gh.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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