Due le possibilità: forzare la mano con i cinesi o una società veicolo

Mercoledì 20 Novembre 2019
Due le possibilità: forzare la mano con i cinesi o una società veicolo
L'ESPERTO
BORGO VALBELLUNA Occhi e speranze puntate su Maurizio Castro, il commissario liquidatore della fallita Acc Compressor. Castro, ieri presente al tavolo socio-istituzionale, è l'uomo che le organizzazione sindacali e Confindustria Belluno vogliono per gestire il nuovo possibile passaggio di mano dell'azienda di Mel, la stessa che lui salvò nel 2013 traghettandola nelle mani dei cinesi. Mani che hanno tradito gli accordi, rinunciando a quegli investimenti che invece erano garanzia di rilancio e potenziamento. È mancata una strategia di mercato; basterà pensare che nel 2014 la gestione commissariale Acc piazzò sul mercato 1,4 milioni di pezzi, quasi 200mila in più di quelli usciti l'anno dopo dalla gestione cinese.
Castro si è detto onorato, «quasi imbarazzato» di tanta fiducia e «umilmente» si è messo a disposizione, anche gratuitamente, per salvare una fabbrica che non solo dice di amare, ma nella quale continua a vedere grandi potenzialità.
«Sono pronto a tornare in campo a Mel - afferma a vertice concluso -, anche solo in veste di volontario, perché in questa fabbrica io vedo ancora molta forza. Nella peggiore delle ipotesi nel 2020 potrebbe collocare 2 milioni di pezzi, contro una capacità produttiva 5,5; per arrivare al pareggio ne bastano 2,5. Da tener presente che dopo la chiusura del sito austriaco di Fuerstenfeld (già Acc), c'è un cliente tedesco importante intenzionato a piazzare volumi su Mel. Sono fermamente convito che il sito zumellese sia ancora un caposaldo nello scacchiere internazionale dei compressori per la refrigerazione domestica, ma va preservato».
Preservarlo significa tenerlo in vita, perché i «cadaveri» non li vuole nessuno. La fabbrica dovrà quindi restare produttiva, ma per farlo ha bisogno di tempo e i cinesi hanno già detto che a febbraio scatterà lo stop. Tre mesi, con Natale di mezzo, sono praticamente domani.
«Ci serve tempo - prosegue Castro - e le strade per ottenerlo possono essere due: o forzare la mano sui cinesi, affinché restino per il periodo necessario a trovare un nuovo acquirente, e servono almeno 12 mesi, oppure inventare una società veicolo che possa esercitare lo stesso ruolo, ma anche in questo caso serve tempo per trovare investitori».
In sintesi, serve una soluzione ponte della quale solo il Ministero dello sviluppo economico può farsi carico, magari attraverso quello che Castro chiama un «esproprio collaborativo» da attuare attraverso soggetti affidabili.
E in tutto questo Electrolux, cliente che assorbe oltre il 60% della produzione, che ruolo avrebbe?
«Sicuramente un ruolo di moral suasion - conclude Castro -; con il nuovo investimento da 150 milioni di euro su Susegana avere un fornitore vicino come Mel è un vantaggio competitivo».
L.M.
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