Boeing sospetto nei cieli del nord gli Eurofigther decollano da Istrana

Venerdì 23 Marzo 2018
Boeing sospetto nei cieli del nord gli Eurofigther decollano da Istrana
IL CASO
TREVISO L'allarme è scattato a Torrejon, Spagna, dove ha sede il Caoc (Combined Air Operation Center) della Nato, ente responsabile per la sorveglianza dello spazio aereo: velivolo non identificato sopra l'Italia del Nord. La procedura, oliata da centinaia di esercitazioni, si è subito messa in moto. Il Caoc ha richiesto ai comandi italiani l'immediato decollo di una coppia di intercettori. E l'ordine, verso le 10, è arrivato a Istrana. In pochi istanti sono decollati due Eurofighter, i moderni caccia intercettori dell'Aeronautica Militare che da circa un anno sono schierati nella base del 51° Stormo: «Tra l'avvistamento del velivolo sconosciuto e il decollo dei nostri velivoli - spiegano dallo Stato Maggiore di Roma - sono passati circa 10 minuti. È il tempo medio per un intervento del genere».
FARE IN FRETTA
In gergo aeronautico l'operazione viene definita scramble - termine inglese che non ha una vera traduzione in italiano, ma il senso è fare in fretta - ed è il cardine della difesa aerea. Ogni giorno, 24 ore su 24, in alcune basi posizionate in punti strategici della penisola, c'è una coppia di intercettori pronta al decollo rapido. L'Italia ha in dotazione l'Eurofigther Typhoon, caccia di ultima generazione, pensato, progettato e costruito in Europa grazie alla collaborazione di Italia, Inghilterra, Germania e Spagna. A Istrana una coppia di Eurofigther è arrivata, dal 4° stormo di Grosseto, a dicembre 2017 nell'ambito di una distribuzione più omogenea delle forze di difesa aerea. Ogni cinque giorni gli equipaggi si turnano con gli altri stormi dedicati alla caccia: 36° stormo di Gioia del Colle e 37° di Trapani Birgi. A Istrana quindi, da gennaio dell'anno scorso, c'è sempre una coppia di caccia pronta al decollo.
Il loro compito è di montare la guardia sul nord Italia, pronti a partire in tempi rapidissimi e con preavvisi minimi. Come è accaduto ieri: il Caoc ha segnalato la presenza di un aereo sconosciuto, che non rispondeva alle chiamate radio delle varie torri di controllo, e ha richiesto aiuto. I due caccia hanno quindi intercettato un boeing 777 dell'Air France partito dall'isola di Reunion e diretto a Parigi.
INTERVENTO
«I piloti - continuano dallo Stato Maggiore - hanno raggiunto rapidamente il velivolo sconosciuto e si sono accertati di cosa stesse accadendo. Attraverso una comunicazione visiva (fatti di segni convenzionali tra piloti e tra velivoli ndr) hanno capito che l'aereo non aveva i sistemi radio attivati. Si sono quindi comportati secondo quanto previsto dalla procedura, accertandosi che l'equipaggio dei boeing ripristinasse i regolari contatti radio con gli enti del traffico aereo». I due caccia hanno quindi affiancato il boeing scortandolo fuori dallo spazio aereo italiano, nel frattempo a tutte le torri di controlli interessate dal suo passaggio è stato illustrata la situazione in modo da tenere sotto controllo il boeing fino a destinazione. Gli Eurofigther, a missione compiuta, sono quindi rientrati a Istrana.
LE PROCEDURE
«Il compito dei piloti che intervengono in casi del genere è quello di arrivare in tempi brevi sull'obiettivo e individuare il problema. Mediamente dall'allarme al decollo passano dieci minuti. Poi i caccia raggiungono l'obiettivo nel più breve tempo possibile e, ovviamente, è tutto calcolato in base alla distanza. I caccia seguono gli ordini del comando militare che si trova a terra: che li guida e, in base alle informazioni che riceve dai piloti, impartisce le direttive e spiega cosa fare». È stato il comando a terra ad autorizzare i piloti a superare la barriera del suono, dando vita al forte boato che ha allarmato la popolazione tra Veneto e Lombardia: in quel momento l'esigenza era raggiungere il prima possibile il velivolo sconosciuto e verificare cosa stesse accadendo. Le informazione, in quel momento, erano nulle: poteva essere un semplice problema alla radio (come in effetti era), un guasto più grave o addirittura un dirottamento. «Per ogni situazione c'è una procedura da seguire - chiarisce lo Stato Maggiore - se l'aereo avesse avuto un guasto, i nostri caccia lo avrebbero accompagnato fino all'aeroporto più vicino aiutandolo ad atterrare». Se invece il problema fosse stato decisamente più grave, come appunto un dirottamento, la situazione sarebbe stata diversa: «In quel caso i piloti descrivono la situazione al comando a terra che poi prende le decisioni del caso. E loro devono solo eseguirle». Fortunatamente, ieri mattina, nel cielo sopra Lombardia e Veneto, nessuno ha dovuto prendere decisioni cruciali. L'operazione si è invece conclusa perfettamente: il boeing francese ha proseguito lungo la sua rotta e gli Eurofigther sono tranquillamente tornati alla base.
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci