Alessandro Campi
Nell'epoca del rifiuto della storia (e della vandalizzazione

Lunedì 13 Luglio 2020
Alessandro Campi
Nell'epoca del rifiuto della storia (e della vandalizzazione dei suoi simboli fomentata da una nuova leva di contestatori radicali che ha deciso di infierire polemicamente sul passato da quando ha capito di non avere strumenti per cambiare il presente e il futuro o per combattere un potere fattosi tanto pervasivo quanto sfuggente e anonimo) colpisce la notizia che i Presidenti italiano e sloveno, Sergio Mattarella e Borut Pahor, si incontreranno oggi a Trieste, per ricordare nel segno di una riconciliazione che per essere autentica deve sempre implicare una reciproca assunzione di responsabilità alcune pagine della loro storia comune tra le più controverse e dolorose.
La restituzione alla comunità slovena della Casa della Cultura (assaltata e incendiata dai fascisti il 13 luglio di cent'anni fa) e l'omaggio comune a Basovizza (foiba-simbolo degli italiani scacciati dalle loro storiche terre d'insediamento e spesso brutalmente uccisi dopo il 1943 e luogo dove nel 1930 furono fucilati quattro oppositori sloveni alla politica di italianizzazione forzata perseguita dal regime mussoliniano) sono gesti finalizzati non tanto a costruire una memoria condivisa, come spesso si dice, operazione impossibile dal momento che le memorie sono sempre soggettive, parziali e per definizione non compensabili, quanto a impedire che il settarismo ideologico si sommi alla tentazione dell'oblio.
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