LA POLEMICA
PORDENONE L'amministrazione lasci perdere il progetto di trasformare

Lunedì 22 Luglio 2019
LA POLEMICA PORDENONE L'amministrazione lasci perdere il progetto di trasformare
LA POLEMICA
PORDENONE L'amministrazione lasci perdere il progetto di trasformare il Noncello in un luna park e si concentri piuttosto sull'idea di un'area verde nel parcheggio Marcolin. L'invito arriva dal consigliere comunale Marco Salvador (Pordenone 1291), dopo che nei giorni scorsi la Giunta ha presentato lo studio di fattibilità per un fiume navigabile, con quattro approdi dotati di punti vendita e camere d'albergo sull'acqua e una linea fluviale percorsa da un battello elettrico.
«Ogni volta che l'amministrazione presenta un progetto e vaneggia sul rilancio della città - commenta il consigliere - è molto probabile che la maggior parte dei cittadini di Pordenone non ci facciano più caso: tanti sono stati gli annunci in tal senso in questi tre anni, nessuno dei quali ha trovato conclusione o la posa della prima pietra, che ormai si cade nel ridicolo. Non sono riusciti a gestire i cantieri lasciati in eredità dall'amministrazione Pedrotti, causando ritardi e disagi che durano da mesi: figuriamoci se sono in grado di gestire un progetto simile sul fiume Noncello. Hanno condotto la campagna elettorale a colpi di render, nessuno dei quali realizzato, e ora a due anni dalle prossime ricominciano».
Ma Salvador sottolinea anche come il progetto presentato dal sindaco Alessandro Ciriani e dall'assessore Cristina Amirante sia «costruito senza neppure un minimo di partecipazione cittadina, senza aver coinvolto le commissioni consiliari competenti, senza neppure avere idea di chi metterà i soldi e i tempi di realizzazione. La cosa più grave, però, consiste nel non aver compreso che il Noncello non è un luna Park, ma un ecosistema delicatissimo e prezioso quasi unico nel suo genere, all'interno di un contesto urbano e che su queste caratteristiche bisogna puntare per la valorizzazione del nostro fiume». Difficile, poi, sperare in investimenti privati, «in contraddizione con la fuga degli imprenditori alberghieri che hanno preferito, nonostante gli annunci dell'assessore, investire in altre città abbandonando Pordenone». Infine, l'invito a concentrarsi piuttosto «sulla realizzazione dell'idea prevista nel Prg voluta dall'amministrazione precedente di realizzare nel parcheggio Marcolin un'area verde per unire il centro storico con il Noncello e di pensare a una viabilità che non preveda il traffico di scorrimento in via Rivierasca e via Codafora, progetti che dal mio punto di vista dovranno tornare centrali nel dibattito politico della città».
VIA CAPPUCCINI
Cantiere di via Cappuccini in dirittura d'arrivo, ma restano da chiarire le ragioni della chiusura al traffico dello scorso 14 giugno, oggetto di un accesso agli atti presentato dallo stesso Salvador. «L'auspicio - commenta - è che questa volta non ci siano altri errori che possano rallentare la fine dei lavori nel tanto tribolato cantiere che è stato un vero e proprio Vietnam politico per l'assessora Cristina Amirante, ma soprattutto una piaga d'Egitto per i residenti e i commercianti, che più di tutti hanno pagato il peso dell'inesperienza dell'assessore e i quali subiranno anche la beffa dei rimborsi mancati, che otterranno solo come rimborsi sulla tassazione locale».
Ma il nodo da sciogliere è appunto quello della chiusura improvvisa del 14 giugno: «Ho fatto una richiesta di accesso agli atti il giorno stesso e ancora non ho ricevuto risposta. La richiesta prevedeva di fornire tutta la documentazione propedeutica e inerente alla decisione di chiudere via Cappuccini dal 14 giugno comprensiva di tutte le comunicazioni tra uffici, assessorati, ditta incaricata ed eventuali soggetti, compresa l'Azienda sanitaria, anche relativamente ai cantieri in corso in Via Mazzini. Lo scopo è quello di verificare, successivamente con un'interrogazione, se la conduzione dei cantieri fino al 14 giugno sia stata fatta secondo le norme di sicurezza, visto che il cantiere era attivo con la viabilità aperta, scelta che ha comportato una promiscuità fra pedoni, ciclisti, auto e mezzi di scavo come segnalato da numerosi passanti».
Alla fine dei lavori, conclude, «ciò che resta purtroppo è un quartiere che da essere spazio urbano è diventato una strada di periferia, una strada degradata e imbruttita: chi governerà dopo questa amministrazione avrà il compito di porvi rimedio».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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