IL TENTATIVO
PORDENONE Suona un po' come l'ultimo avvertimento, prima della stretta

Sabato 21 Settembre 2019
IL TENTATIVO PORDENONE Suona un po' come l'ultimo avvertimento, prima della stretta
IL TENTATIVO
PORDENONE Suona un po' come l'ultimo avvertimento, prima della stretta sui controlli che potrebbe portare a una stangata. Ma il Comune vuole provarci, o almeno fare la sua parte. Nelle prossime settimane, infatti, sarà distribuito ai titolari dei locali etnici della città un vademecum realizzato proprio dall'amministrazione comunale. Conterrà alcune linee guida che - se seguite - dovrebbero evitare guai a chi possiede un'attività specializzata nella ristorazione o nella vendita di alimenti a Pordenone. L'intento è quello di avvertire soprattutto i cittadini stranieri che negli anni hanno investito in città e che hanno scelto di dedicarsi alla vendita di prodotti alimentari o alla ristorazione. Non sono lontani nel tempo, infatti, gli ultimi controlli dell'Azienda sanitaria che hanno rilevato gravi mancanze sotto il profilo igienico-sanitario in alcuni locali del capoluogo.
«Per evitare il ripetersi di queste situazioni - ha spiegato l'assessore al Commercio, Emanuele Loperfido - abbiamo pensato di seguire la stessa linea inaugurata quando in città si parlava del problema del rumore nel centro storico. Allora abbiamo incontrato i commercianti per spiegare loro le regole vigenti e le norme di comportamento utili ad evitare provvedimenti restrittivi. Oggi vogliamo fare lo stesso».
I DETTAGLI
L'opuscolo in preparazione nelle stanze del municipio sarà dedicato ai titolari dei cosiddetti negozi etnici, che in realtà si differenziano tra ristoranti e simili (kebabbari, pizzerie o veri e propri locali con cibo proveniente dall'estero) e rivendite di prodotti alimentari come ad esempio le macellerie. «Abbiamo scelto - ha proseguito Loperfido - di realizzare un documento snello, comprensibile a tutti. Non vogliamo appesantire il lavoro di chi ha aperto un'attività in città, bensì indirizzarlo verso il rispetto delle norme. I titolari dovranno capire che la merce dev'essere esposta in modo ordinato e soprattutto deve rispettare i canoni igienico-sanitari previsti dalla legge. Altrimenti si abbatterà la scure dei controlli e delle sanzioni». Come già accaduto per la macelleria di via Fratelli Bandiera, chiusa tre volte dall'Azienda sanitaria nel giro di poco tempo.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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