IL TENTATIVO
PORDENONE Suona un po' come l'ultimo avvertimento, prima della stretta sui controlli che potrebbe portare a una stangata. Ma il Comune vuole provarci, o almeno fare la sua parte. Nelle prossime settimane, infatti, sarà distribuito ai titolari dei locali etnici della città un vademecum realizzato proprio dall'amministrazione comunale. Conterrà alcune linee guida che - se seguite - dovrebbero evitare guai a chi possiede un'attività specializzata nella ristorazione o nella vendita di alimenti a Pordenone. L'intento è quello di avvertire soprattutto i cittadini stranieri che negli anni hanno investito in città e che hanno scelto di dedicarsi alla vendita di prodotti alimentari o alla ristorazione. Non sono lontani nel tempo, infatti, gli ultimi controlli dell'Azienda sanitaria che hanno rilevato gravi mancanze sotto il profilo igienico-sanitario in alcuni locali del capoluogo.
«Per evitare il ripetersi di queste situazioni - ha spiegato l'assessore al Commercio, Emanuele Loperfido - abbiamo pensato di seguire la stessa linea inaugurata quando in città si parlava del problema del rumore nel centro storico. Allora abbiamo incontrato i commercianti per spiegare loro le regole vigenti e le norme di comportamento utili ad evitare provvedimenti restrittivi. Oggi vogliamo fare lo stesso».
I DETTAGLI
L'opuscolo in preparazione nelle stanze del municipio sarà dedicato ai titolari dei cosiddetti negozi etnici, che in realtà si differenziano tra ristoranti e simili (kebabbari, pizzerie o veri e propri locali con cibo proveniente dall'estero) e rivendite di prodotti alimentari come ad esempio le macellerie. «Abbiamo scelto - ha proseguito Loperfido - di realizzare un documento snello, comprensibile a tutti. Non vogliamo appesantire il lavoro di chi ha aperto un'attività in città, bensì indirizzarlo verso il rispetto delle norme. I titolari dovranno capire che la merce dev'essere esposta in modo ordinato e soprattutto deve rispettare i canoni igienico-sanitari previsti dalla legge. Altrimenti si abbatterà la scure dei controlli e delle sanzioni». Come già accaduto per la macelleria di via Fratelli Bandiera, chiusa tre volte dall'Azienda sanitaria nel giro di poco tempo.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Suona un po' come l'ultimo avvertimento, prima della stretta sui controlli che potrebbe portare a una stangata. Ma il Comune vuole provarci, o almeno fare la sua parte. Nelle prossime settimane, infatti, sarà distribuito ai titolari dei locali etnici della città un vademecum realizzato proprio dall'amministrazione comunale. Conterrà alcune linee guida che - se seguite - dovrebbero evitare guai a chi possiede un'attività specializzata nella ristorazione o nella vendita di alimenti a Pordenone. L'intento è quello di avvertire soprattutto i cittadini stranieri che negli anni hanno investito in città e che hanno scelto di dedicarsi alla vendita di prodotti alimentari o alla ristorazione. Non sono lontani nel tempo, infatti, gli ultimi controlli dell'Azienda sanitaria che hanno rilevato gravi mancanze sotto il profilo igienico-sanitario in alcuni locali del capoluogo.
«Per evitare il ripetersi di queste situazioni - ha spiegato l'assessore al Commercio, Emanuele Loperfido - abbiamo pensato di seguire la stessa linea inaugurata quando in città si parlava del problema del rumore nel centro storico. Allora abbiamo incontrato i commercianti per spiegare loro le regole vigenti e le norme di comportamento utili ad evitare provvedimenti restrittivi. Oggi vogliamo fare lo stesso».
I DETTAGLI
L'opuscolo in preparazione nelle stanze del municipio sarà dedicato ai titolari dei cosiddetti negozi etnici, che in realtà si differenziano tra ristoranti e simili (kebabbari, pizzerie o veri e propri locali con cibo proveniente dall'estero) e rivendite di prodotti alimentari come ad esempio le macellerie. «Abbiamo scelto - ha proseguito Loperfido - di realizzare un documento snello, comprensibile a tutti. Non vogliamo appesantire il lavoro di chi ha aperto un'attività in città, bensì indirizzarlo verso il rispetto delle norme. I titolari dovranno capire che la merce dev'essere esposta in modo ordinato e soprattutto deve rispettare i canoni igienico-sanitari previsti dalla legge. Altrimenti si abbatterà la scure dei controlli e delle sanzioni». Come già accaduto per la macelleria di via Fratelli Bandiera, chiusa tre volte dall'Azienda sanitaria nel giro di poco tempo.
M.A.
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