Un piano da 40 milioni contro gli allagamenti

Mercoledì 22 Maggio 2019
IL BILANCIO
PADOVA È come se su campi, strade e case fosse piovuto metà lago di Braies, la perla delle Dolomiti. Domenica pomeriggio sulla fascia di Bassa padovana a sud di Este e Montagnana sono caduti nel giro di poche ore 2,5 milioni di metri cubi d'acqua per effetto di una serie di temporali autorigeneranti che non hanno concesso tregua né alle campagne né ai centri abitati.
Troppa acqua in poco tempo: anche se i fossi e gli scoli fossero stati perfettamente puliti, non sarebbero riusciti comunque a raccoglierla tutta. Tanto che il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo sta elaborando un progetto alternativo che permetta la diversione in Adige delle acque provenienti dagli scoli di bonifica, preservando da eventuali alluvioni 28mila ettari.
I DATI
Sono dati impressionanti quelli emersi ieri pomeriggio a Este durante l'incontro tra il Consorzio di Bonifica, le associazioni agricole di categoria (Cia, Coldiretti e Confagricoltura) e parecchi sindaci del territorio. La zona più colpita dalle precipitazioni anomale è stata quella compresa tra i fiumi Adige e Fratta-Gorzone, con Sant'Urbano che ha registrato piogge da record: ben 150 millimetri caduti in poche ore, a fronte dei 30-40 attesi nell'intero week-end. Una decina di abitazioni sono finite sott'acqua, tre strade sono state chiuse al traffico per smottamenti arginali e l'abitato di Ca' Morosini non è ancora tornato all'asciutto. Anche Barbona, Vescovana, Vighizzolo, Piacenza d'Adige, Borgo Veneto e Megliadino San Vitale hanno dovuto fare i conti con strade e campagne sommerse.
LE COLTIVAZIONI
E mentre in queste ore la situazione sta tornando alla normalità, le associazioni di categoria continuano a raccogliere le segnalazioni dei loro associati per mappare i danni provocati dal maltempo e tracciarne una stima. Cia parla della perdita totale di circa il 35% dei cereali e dei prodotti ortofrutticoli della Bassa padovana. Ma anche il rimanente potrebbe essere gravemente compromesso perché il ristagno d'acqua sui campi impedisce ai coltivatori di accedere ai terreni per fare i trattamenti antifungini. Non solo: le piogge battenti hanno dilavato dal terreno buona parte delle sostanze nutritive che permettono lo sviluppo delle piante: azoto, fosforo, potassio, rischiando di ipotecare anche i raccolti delle annate future. «Gli ettari in ammollo sono centinaia spiega Coldiretti e comprendono non soltanto cereali, barbabietole e vigneti, ma anche i tunnel con piantine di angurie, meloni, zucche e zucchine. Ai danni agricoli si sommano quelli idrogeologici, con piccole frane e smottamenti di cui i sindaci segnaleranno la presenza al Consorzio di Bonifica per i canali di sua competenza».
IL FUTURO
«Ora l'allagamento sta defluendo velocemente e nella mattinata di domani (oggi per chi legge, ndr) la situazione dovrebbe tornare alla normalità ha spiegato l'ingegner Matteo Paccagnella le nostre squadre erano già state allertate e domenica pomeriggio si sono attivate per far fronte alla criticità, riscontrata soprattutto in corrispondenza dell'idrovora Cavariega, a Vighizzolo». I nuovi impianti sono pilotati da remoto grazie alle nuove tecnologie che permettono ai tecnici di attivarle attraverso un semplice click sullo smartphone. Pompe e idrovore più datate, invece, necessitano ancora di un controllo manuale e di una manutenzione molto frequente che potrebbe metterle fuori uso proprio quando sarebbero invece più necessarie. «Nel caso di Cavariega lavoriamo con un motore vecchio di quasi cento anni. Per questo è importante fare squadra con le amministrazioni locali per ottenere contributi» ha affermato Michele Zanato, presidente del Consorzio, rivolgendosi ai sindaci presenti. Un primo importante finanziamento è arrivato giusto ieri dalla Regione, che ha stanziato un milione di euro per la progettazione di due nuovi canali che nel caso in cui il Fratta-Gorzone non fosse in grado di ricevere dovrebbero convogliare l'acqua nel fiume Adige. Gli interventi, spiegati nel progetto preliminare del 2016 firmato da 28 sindaci, hanno un costo stimato di 40 milioni di euro. «Questo primo finanziamento ci permette di arrivare a un progetto esecutivo cantierabile pronto per la gara d'appalto» ha concluso Zanato, sottolineando che si tratterebbe di una delle opere idrauliche più importanti degli ultimi trent'anni.
Maria Elena Pattaro
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