Ospedale, il Comune rischia l'esproprio

Domenica 17 Dicembre 2017
Ospedale, il Comune rischia l'esproprio
LA TRATTATIVA
PADOVA Nuvole nere sull'ospedale. La riunione dell'altro giorno fra il sindaco Giordani e il dg Luciano Flor non ha sciolto i dubbi che il cammino si stia complicando. La Regione non fa mistero della sua irritazione, al punto che l'opzione dell'esproprio dei terreni a Padova est quella a cui non vorrei mai arrivare aveva detto Zaia, oggi sta per prendere il sopravvento. Palazzo Balbi infatti giudica irricevibili le richieste del Comune, che ogni giorno, dal 27 novembre, quando il sindaco disse a Venezia che non avrebbe dato i terreni gratis ma solo a pagamento, e che si poteva fare il nuovo ospedale sul sito di quello attuale, ha alzato il prezzo.
LE RICHIESTE
Prima chiedendo la contropartita economica, circa 50 milioni per la terra a S. Lazzaro poi che la Regione partecipasse a opere come il tram dalla stazione alla zip, o alla riqualificazione di via Anelli, e ancora che mettesse i denari per la bonifica dell'area di via Giustiniani (50 milioni) quando saranno abbattute le cliniche e infine che cedesse al Comune le sue proprietà, lo Iov all'ex Busonera, e l'ospedale S. Antonio che da solo vale 40 milioni di euro. Tutto questo, dando per scontato che la Regione metta oltre ai 650 milioni per il nuovo policlinico e altri 250 per rimettere a nuovo il Giustinianeo, quindi che ci siano due ospedali.
Zaia che è uno abituato a non subire ricatti ha detto no. Intanto sul progetto del nuovo su vecchio, visto che i tecnici nuovamente richiesti di un parere hanno deciso che Padova est ha le caratteristiche migliori, se non altro 12 anni di realizzazione al posto di 17 e mezzo. Inoltre ha fatto sapere non darà mai soldi per fare opere pubbliche di supporto.
LA CONCESSIONE
La sola cosa cui è disponibile è la permuta delle aree fra S. Lazzaro e via Giustiniani, come ha detto nella riunione. Al massimo potrebbe concedere anche i terreni fuori dalle mura mentre la bonifica del sito spetta per legge ai vecchi proprietari, dunque la Regione, e sono sempre 50 milioni. Però il Comune ha rilanciato: vuole anche lo Iov e il S. Antonio. Non è Giordani che punta i piedi, ma l'altra parte della maggioranza che ha sostenuto di volere un unico polo al Giustinianeo e pone condizioni durissime per accettare l'alternativa.
Ebbene, il rischio è che per una questione politica l'accordo salti e non si faccia più niente. A palazzo Balbi ricordano che il sindaco ha la grande opportunità di avere due ospedali, peculiarità che nessuna città del Veneto possiede e dunque ha già concesso molto. Dare i terreni gratis a fronte di questa opzione appare il minimo, ogni altra richiesta farà saltare l'accordo. Diversamente la Regione andrà avanti con il suo programma, gli espropri, visto che è già pronto un emendamento al bilancio a firma Fabrizio Boron che destina 50 milioni. Ma, annota una fonte interna, l'amministrazione sarà ricordata per aver trasformato il Giustinianeo in una discarica, perché sarà abbandonato a favore del nuovo policlinico.
Poi c'è la questione dei finanziamenti. L'amministrazione ha chiesto più volte di avere garanzie che non si farà ricorso al project-financing. Zaia ha già risposto rendendo pubblica la lettera di richiesta di partecipazione al bando Inail che destina fondi per iniziative urgenti di elevata utilità sociale nel campo dell'edilizia sanitaria. Soldi che bisognerà restituire pagando una rata con gli interessi. Ma questo capitolo, fanno capire da Venezia, non deve interessare al Comune.
GIORDANI
Ieri a stemperare il clima è intervenuto il sindaco con una nota. «Sarebbe imperdonabile far passare due anni e mezzo senza produrre decisioni vere e fatti conseguenti come fu l'ultima volta. Ci siamo battuti per quelli che riteniamo essere gli interessi di Padova e dei padovani e rispetto alle condizioni date sono stati fatti enormi passi avanti».
«Un moderno nuovo ospedale in centro di 900 posti letto con eguale dignità rispetto al nuovo polo universitario della ricerca e della sperimentazione d'eccellenza, niente buchi neri nel cuore di Padova, bonifica totale delle situazioni critiche. Investimenti importanti, pubblici e sanciti nero su bianco. Questa è la cornice e presto verranno definiti anche gli ultimi dettagli. Se confermato è un risultato del tutto nuovo, frutto degli sforzi della nostra amministrazione, della Regione e dell'Università».
«E' tempo di decidere e non esiteremo ad assumerci le nostre responsabilità nei confronti della città. Annuncio quindi che entro la settimana prossima, con la disponibilità di tutti gli attori coinvolti, sono pronto a siglare il patto che segnerà finalmente l'avvio del rilancio della sanità pubblica padovana e delle sue eccellenze».
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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