LE REAZIONI
PADOVA «È la conferma che quando lo abbiamo allontanato

Venerdì 22 Novembre 2019
LE REAZIONI
PADOVA «È la conferma che quando lo abbiamo allontanato ci avevamo visto giusto». Selim Shah, una vera istituzione del centro di via Jacopo da Montagnana, parla anche da padre. «Ascoltando i racconti dei nostri figli abbiamo capito subito che c'era qualcosa che non andava. Per questo alla fine della primavera avevamo deciso di allontanare l'imam». Selim sa che l'inchiesta ha macchiato l'attività del suo centro, ma commenta il fatto senza tirarsi indietro: «Ci è stato riferito che quel ragazzo alzava le mani e la voce, trattando male i bambini che avevano anche paura di lui. Non si poteva più andare avanti. Quando lo abbiamo convocato per dirgli di andarsene, lui ha insistito per rimanere. Ma noi non ne abbiamo voluto sapere». E adesso che succede? «Il corso è ancora sospeso. Stiamo cercando un vero maestro, un professionista. Se lo troviamo bene, altrimenti le lezioni non ci saranno».
LA TESTIMONIANZA
A testimoniare il trattamento riservato ai bambini è anche una mamma padovana che abita nella zona della moschea: «Vedendo i piccoli giocare mi sono accorta che qualcosa non funzionava, quindi ho cercato di avvicinarli e con tatto ho cercato di capire cosa stava accadendo. Piano piano si è costruito il quadro di come i piccoli venivano trattati in moschea, ma non solo, quando si recavano a lezione di Corano. L'Iman li picchiava, se una femmina non rispondeva correttamente e non ricordava bene le Sure l'Imam ordinava ad un maschietto di picchiare la bambina. L'Iman - prosegue - non si limitava alle punizioni corporali ma usava anche il metodo delle privazioni, non permetteva agli allievi di utilizzare il bagno, di bere e li teneva inginocchiati per ore. Ho sentito bambini chiedere disperatamente acqua dopo aver seguito per ore le lezioni perché era proibito bere. Una situazione che definirei insostenibile e inaccettabile anche per un adulto, figuriamoci per dei piccoli anche di quattro, cinque o sei anni. Un'età nella quale dovrebbero essere liberi di giocare e imparare».
Non sono queste le uniche vessazioni subite dai piccoli frequentatori della moschea. «L'ubbidienza assoluta e l'impossibilità di chiedere sono altri terribili racconti dei piccoli - sottolinea la mamma -. Ho visto bambini impauriti, spenti ma pronti ad eseguire gli ordini. Ovviamente non si rendevano conto di quanto stava accadendo. Ad esempio i maschietti dopo un po' di tempo trovavano normale picchiare le bambine per le mancanze più lievi ma ad ogni piccolo sbaglio anche l'Imam si scatenava, come raccontavano con sberle pugni e calci».
LA POLITICA
Interviene anche il senatore leghista Andrea Ostellari. «Da padre e da arcellano - scrive - ringrazio la Digos e la Procura di Padova. E' merito loro se l'imam sarà espulso. Il lavoro d'indagine non deve essere stato facile, ma il risultato è quello atteso. A chi predica accoglienza senza controlli ricordo che questo non è che uno dei tanti episodi in cui, all'interno di luoghi di preghiera più o meno abusivi, si consumano reati gravi, spesso nei confronti di donne e minori». Poi un appello al sindaco Giordani: «Liberare via Jacopo da Montagna da quello che è diventato un incubo per tutti i residenti non è un'opzione, è un gesto di rispetto verso la nostra comunità».
Luisa Morbiato
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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