IL CASO
CAMPOSAMPIERO «Da un po' di tempo anch'io mi trovo con stanchezze

Martedì 26 Febbraio 2019
IL CASO
CAMPOSAMPIERO «Da un po' di tempo anch'io mi trovo con stanchezze e malesseri vari. Onestamente c'è da riconoscere che il viavai di stranieri che chiedono con insistenza aiuti mi impediscono serenità e pace nei momenti di una possibile quiete. Non tutti sono educati e sanno accontentarsi di quanto si può dare loro. Sono perciò arrivato alla decisione di spostarmi per i pasti e la quiete notturna e un po' pomeridiana alla canonica di Camposampiero. Don Claudio mi accoglie volentieri».
Don Marco Scattolon, il vulcanico parroco di Rustega di Camposampiero noto per le sue celeberrime cartoline inviate ai parrocchiani della piccola frazione (tra cui quella per offrire mille euro alle donne che rifiutano di abortire), non smette di stupire. Ora annuncia di traslocare nella vicina parrocchia di San Pietro, punto di riferimento della nuova collaborazione pastorale di 9 realtà del territorio. Una mossa inaspettata per chi conosce da tanto il prete piombinese, settantaquatrenne.
I PROBLEMI
È stata una convivenza difficile, negli ultimi tempi, quella del sacerdote padovano con gli immigrati. Più di un anno fa don Scattolon ha voluto interrompere l'accoglienza agli arresti domiciliari di un uomo marocchino, Mohamed Taoufiq, ospitato per due anni in canonica, accolto fin dall'inizio tra le critiche di tanti cittadini. Don Marco spiegò di aver scelto di interrompere la permanenza del trentatreenne nordafricano «per l'insistenza con la quale l'uomo pretendeva sempre più aiuti economici da tutti». In quel caso aggiunse: «Di certo io non sarò più in grado di accogliere nessuno in canonica».
In paese la notizia ha suscitato clamore e ha destato qualche preoccupazione sul futuro della parrocchia di Rustega. «Non trovo nulla di strano in questa decisione- minimizza il diretto interessato -. Sempre più succede che i parroci delle piccole realtà emigrino in una canonica di una parrocchia grande per volontà del Vescovo, per condividere le spese di cibo e lavanderia, per la sicurezza notturna e la condivisione degli impegni pastorali. Voglio tranquillizzare tutti: i vestiti e i libri rimarranno a Rustega. Messe e incontri rimarranno con i soliti orari».
LE RASSICURAZIONI
Don Marco si preoccupa di non stravolgere le abitudini della comunità. «La canonica sarà ben custodita anche con l'allarme notturno - evidenzia -. Dopo il disagio iniziale, impareremo orari e momenti giusti. Per ordinare le messe, oltre ai miei più stretti collaboratori, è bene utilizzare i tempi dopo messa in sacrestia. Non esageriamo con troppi cognomi e nomi di parenti defunti - è l'altro consiglio di don Scattolon -. Bastano pochi nomi, Dio capisce anche le nostre intenzioni. Io rimango parroco di Rustega a tempo pieno - aggiunge il prete per mettere le cose in chiaro -. Ci sarà un po' di disagio per la distanza, ma l'auto aiuta. Veniamoci incontro, senza allarmismi. A settantaquattro anni bisogna riconoscere anche i limiti dell'età. Mi si può cercare anche nel nuovo alloggio possibilmente per cose serie, poiché è bene disturbare il dovuto e non di più nella canonica di Camposampiero».
Per don Marco la scelta di vivere assieme ad altri preti è inevitabile, visti i tempi. «La scorsa settimana abbiamo ospitato i quindici chierici del nostro seminario di Treviso - sottolinea don Scattolon -. Se ci va bene nei prossimi cinque anni avremo al massimo quindici nuovi preti. Chissà che qualche nostro ragazzino con i genitori pensi al seminario. Da quel che abbiamo visto il seminario non è un luogo di patimenti: i ragazzi sono sorridenti, scherzosi e svegli. Sono passati nelle scuole, negli ospedali, nelle chiese e ci siamo accorti tutti che viso hanno. Due sono anche gemelli e saranno preti fra tre mesi».
Luca Marin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci