Criminalità organizzata? Esiste solo per uno su 5

Mercoledì 27 Gennaio 2021
IL SONDAGGIO
Diglielo, che noi siamo i Casalesi di Eraclea: questo è uno dei passaggi rivelatori delle intercettazioni effettuate nell'ambito di At Last, una delle principali inchieste anticamorra condotte in Veneto negli ultimi anni. Una realtà, quella della criminalità organizzata, che, stando alle numerose e ampie indagini delle forze dell'ordine, si fa sempre più presente e pesante in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e in provincia di Trento. Eppure, secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nordest del Gazzettino, sembra che l'opinione pubblica riesca a percepire a fatica questa presenza. A ritenere mafia, camorra e ndrangheta molto o abbastanza diffuse nella propria zona è poco più di un intervistato su cinque (21%), mentre la stragrande maggioranza (76%) giudica poco o per niente rilevante questa presenza.
Se guardiamo a come è mutata la percezione della presenza mafiosa, osserviamo come, dopo una fase di leggera crescita della consapevolezza sociale del fenomeno, oggi questa si stia nuovamente ritirando. Nel 2010, infatti, era il 19% a ritenere la criminalità organizzata molto o abbastanza radicata nella propria zona; il valore si assesta al 22% nel 2013 e raggiunge il 28% nel 2017, per scendere, oggi, al 21%, segnando una diminuzione di 7 punti percentuali.
LE CATEGORIE
In quali settori socioprofessionali appare più ampia la consapevolezza della presenza mafiosa? Innanzitutto, rileviamo come questa appaia sempre minoritaria; tuttavia, l'idea che mafia, camorra e ndrangheta siano radicate e vicine appare presente soprattutto tra tecnici e impiegati (30%), oltre che tra liberi professionisti e studenti (28%). Non lontani dal valore medio, invece, si collocano lavoratori autonomi e disoccupati (20%), mentre è tra operai, casalinghe e pensionati (tutti intorno al 16%) che la percezione appare più rarefatta.
Come è mutata la presenza della mafia nell'ultimo decennio? Il 28% dei nordestini ritiene sia aumentata, mentre il 40% la giudica stabile; l'8% pensa sia diminuita e il 14% dichiara che non c'è e non c'è mai stata.
Rispetto al 2010, sembra essere timidamente cresciuta l'idea che le organizzazioni mafiose si siano radicate nel Nordest. Infatti, sono cresciute le componenti che giudicano aumentata (+4 punti percentuali) o rimasta stabile (+3) la criminalità organizzata, mentre una certa riduzione è rintracciabile tra coloro che la ritengono ridotta (-4) o, in misura ancora più marcata, ne negano in toto la presenza, sia passata che presente (-7).
Nel prossimo futuro, le condizioni che possiamo attenderci appaiono l'ideale per l'azione delle cosche. Infatti, saranno mesi di dura crisi economica e grande sofferenza sociale, in un contesto che è stato messo a dura prova da un isolamento lungo oltre un anno che minaccia la tenuta comunitaria dei nostri territori. Vigilare su questo, a ogni livello, non sottovalutando alcun segnale, neanche il più piccolo, programmando interventi che mettano i singoli e la comunità al riparo da lusinghe mafiose, sarà centrale per non dare cittadinanza ad altri Casalesi di Eraclea.
Natascia Porcellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci