Schiaffi, offese e minacce agli anziani: nove indagati alla casa di riposo di Rovigo

Giovedì 15 Agosto 2019
L'INCHIESTA
ROVIGO Se la prendevano con i più deboli, gli anziani costretti a letto, i non autosufficienti, i pazienti psichiatrici della casa di riposo, sfogando con loro cattiveria e frustrazioni: schiaffi, offese, minacce, «atti denigratori della dignità umana». A mettere fine all'incubo per gli ospiti dell'Iras di Rovigo è stata la polizia, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo. Ieri mattina nove tra operatori e inservienti della struttura si sono trovati davanti alle loro abitazioni i poliziotti, per la notifica delle ordinanze cautelari emesse dal gip del Tribunale: le misure interdittive consistono nel divieto temporaneo di svolgere attività professionale all'interno di strutture sanitarie, sociosanitarie e assistenziali.
LE ACCUSE
Si tratta di otto donne (di cui sette operatrici sociosanitarie e un'inserviente) e di un uomo (a sua volta un inserviente), tutti residenti in città, che per il momento non potranno continuare a svolgere il lavoro fatto finora. Secondo il giudice per le indagini preliminari, infatti, sussisterebbe il pericolo concreto di reiterazione dei reati. Gli indagati sono accusati di maltrattamenti aggravati in concorso. Davanti alle accuse, ha riferito un investigatore, alcuni sono sembrati cadere dalle nuvole, altri hanno abbassato il capo, consapevoli di trovarsi in guai seri. È stata una tirocinante, stanca di assistere a quello stillicidio di botte e angherie, a presentarsi in Questura per dire agli agenti ciò che succedeva. Per due mesi le telecamere piazzate nelle stanze della struttura hanno ripreso tutto: lo schiaffo in testa all'anziano a letto, lo spazzolone mostrato sul viso del paziente, le minacce vigliacche («Ti butto fuori dalla finestra») e altre angherie. Nessuna violenza feroce, hanno precisato gli investigatori, ma atti comunque «denigratori e lesivi della dignità umana». L'Iras finita nel mirino degli inquirenti ha centinaia di ospiti, tra normali degenti, non autosufficienti, pazienti psichiatrici. Tra le vittime anche persone completamente sole, che non hanno più parenti e che non possiedono neppure un telefono. Le dichiarazioni assunte nella denuncia, ha spiegato la Polizia, sono state ritenute verosimili e credibili, anche perché sono state poi suffragate dalle intercettazioni ambientali.
L'ORDINANZA
Malgrado a metà giugno una telecamera fosse stata scoperta, gli indagati non avrebbero cambiato atteggiamento, mantenendo anzi «una particolare pervicacia criminosa o, comunque, una totale incomprensione delle regole del vivere civile, ritenendo forse di comportarsi correttamente». Nell'ordinanza del gip sono citati insulti come «onta», «matta», «maiale», «brutta sporca di una vecchia», nonché frasi come «Hai seppellito tua figlia» e «Allora è morta tua figlia?». Dai filmati emergono poi scene inquietanti, come la minaccia di far cadere un'anziana dalla finestra, o il fatto di passare lo straccio in terra e avvicinarlo al volto di una paziente Non a caso il giudice parla di «atteggiamento di disprezzo e di scherno costantemente mantenuto nei confronti delle degenti», tanto che «anche negli isolati casi in cui razione dell'operatrice segue a una aggressione o provocazione della paziente (un graffio o uno sputo), la reazione è del tutto spropositata e fuori luogo».
LE REAZIONI
Duro il commento del governatore Luca Zaia. «Siamo sempre dalla parte della legalità, fra l'altro quella è una realtà commissariata», ha detto il presidente della Regione, riferendosi al fatto che la struttura è sottoposta ad una gestione commissariale ormai da tre anni, proprio per decisione di Palazzo Balbi, a causa di un grave dissesto finanziario. «Noi non abbiamo il potere che hanno gli inquirenti ha aggiunto per fare intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti, ma se c'è qualcosa che non funziona ben venga l'azione delle forze dell'ordine e della magistratura: per me tolleranza zero. Poi ovviamente i processi non si fanno in strada, ma nelle aule di Tribunale. Ma posso garantire che tutte le denunce che arrivano nei miei uffici vanno in Procura, in questo caso non ne ho avute». Nemmeno il Comune, peraltro, almeno per quanto consta al nuovo sindaco Edoardo Gaffeo, che parla di «vicenda deplorevole» per i fatti che sarebbero stati commessi «da parte di persone che dovrebbero avere cura e dedizione verso i più indifesi».
R.N.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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