LO SCENARIO
VENEZIA Probabilmente l'unico argomento che sarebbe rimasto in naftalina

Sabato 24 Agosto 2019
LO SCENARIO
VENEZIA Probabilmente l'unico argomento che sarebbe rimasto in naftalina anche senza la crisi del governo gialloverde è l'autonomia, visti i tira-e-molla dei pentastellati sul regionalismo differenziato. Il dato di fatto, però, è che le dimissioni del premier Giuseppe Conte dopo la mozione di sfiducia della Lega, per quanto poi sorprendentemente ritirata, lasciano in stallo non pochi temi. Le Grandi Navi a Venezia. La gestione delle dighe mobili del Mose. Le stesse Olimpiadi, visto che il Cio tornerà in Italia tra poche settimane e rischia di non trovare un esecutivo. E pure la Tav veneta, che non è detto corra da sola. Di qui la domanda: meglio un nuovo governo in modo da non lasciare in un cassetto i temi che interessano al Veneto o meglio le elezioni anticipate?
Al riguardo le opinioni sono differenti a seconda degli orientamenti politici. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, vorrebbe le elezioni subito: «Ma ve lo immaginate un Governo con il Pd che ci dà l'autonomia? Lo stesso Pd che l'autonomia me l'ha impugnata?».
Tra parentesi: l'ex parlamentare dem Simonetta Rubinato si è stupita dell'assenza della Regione Veneto ieri al meeting di Rimini dove si è discusso di regionalismo differenziato con i presidenti di Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento: «Perché - ha chiesto - nessuno ha rappresentato la voce di 2,3 milioni di veneti che hanno fatto da apripista alla discussione anche per le altre regioni ordinarie?». Eppure, a inserire l'autonomia nel decalogo per l'eventuale formazione di un governo con il Pd, è stato proprio il M5s. E anche Alessandro Bisato, segretario regionale dei dem, citando i temi veneti che devono entrare nell'agenda di un eventuale accordo di governo giallorosso (sostegno alle piccole e medie imprese, riduzione del cuneo fiscale, ambiente) ha citato l'autonomia: «Va ripreso il filo conduttore di una riforma complessiva del regionalismo, senza preclusioni ideologiche o richieste impossibili.
LO STOP
Tant'è, la crisi di governo rischia di rallentare, se non bloccare tutto. Il presidente Zaia lo riconosce: «Sul tappeto ci sono tanti problemi da risolvere. E non solo l'autonomia. Sulla Pedemontana il Governo poteva essere parte attiva ma si è defilato già ai tempi di Renzi e poi i Cinquestelle si sono sempre opposti. La Tav è in mano al Governo ma abbiamo perso 14 mesi. Sui Pfas il ministro Costa non ha messo i limiti zero come invece abbiamo fatto noi in Veneto. Quanto alle dighe mobili di Venezia ancora non si sa chi pagherà i 100 milioni all'anno per la gestione quando il Mose sarà finito, di sicuro non li caccerà la Regione».
In realtà sul fronte del Mose manca ancora il decreto del presidente del Consiglio dei ministri: è vero che il ministro Danilo Toninelli ha nominato l'ufficiale dei carabinieri Gaetrano De Stefano, ma in base allo Sblocca cantieri ora serve un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, un Dpcm che ancora non c'è e, con le dimissioni del premier Giuseppe Conte, è tutto da vedere che arrivi.
IL MINISTRO
A confermare che la crisi di governo «complica» una serie di problemi sul tappeto è lo stesso ministro pentastellato alle Infrastrutture e ai Trasporti, Danilo Toninelli. Che ha citato espressamente un caso veneto, quello delle Grandi Navi a Venezia su cui peraltro è in dissenso sia con il sindaco Luigi Brugnaro che con il governatore Zaia. «La folle crisi di Governo causata dalla Lega - ha scritto Toninelli su Facebook - complica la soluzione di vari dossier, ai quali stiamo lavorando con impegno e risultati concreti dopo anni di immobilismo. Tra questi, importantissimo quello sulle grandi navi a Venezia. In ogni caso, sappiate che non molliamo. La Autorità di Sistema Portuale ha in mano il pallino e un pieno mandato politico dal Mit per portare i risultati concreti che ci aspettiamo. Stiamo parlando dei primi spostamenti dei palazzi del mare dalla Giudecca già a partire da settembre. Non arretriamo di un millimetro quando si tratta di fare il bene del Paese». I commenti seguiti al post sono stati per la maggior parte pesantissimi nei confronti del ministro.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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