LA SELEZIONE
VENEZIA Se c'è qualcosa di buono nello strascico dell'emergenza

Domenica 20 Settembre 2020
LA SELEZIONE VENEZIA Se c'è qualcosa di buono nello strascico dell'emergenza
LA SELEZIONE
VENEZIA Se c'è qualcosa di buono nello strascico dell'emergenza sanitaria, è l'incremento delle borse di specializzazione per i medici. Grazie al maggiore impegno delle Regioni e soprattutto dello Stato, è aumentato del 62% il finanziamento dei posti nelle 50 Scuole di Medicina situate in tutta Italia, in palio nel maxi-concorso che si terrà martedì: 1.708 le disponibilità a Nordest, fra le sedi di Padova (che ospiterà l'esame per 2.245 candidati, contro i 1.800 del 2019), Verona, Udine e Trieste. Ciononostante un candidato su tre resterà fuori, intrappolato nell'imbuto formativo per cui al numero annuale di laureati in Medicina e chirurgia non corrisponde una pari quantità di contratti specialistici.
IL PROBLEMA
Lo scorso 29 maggio i giovani dottori erano scesi in piazza, anche in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, per denunciare la piaga del precariato in sanità. Un problema annoso, ma reso ancora più evidente dalla pandemia. Cento giorni dopo, la risposta è arrivata e, per quanto non ancora del tutto soddisfacente, segna comunque un cambio di passo. Il decreto pubblicato martedì dal ministero dell'Università, d'intesa con quello della Salute, conta infatti per quest'anno 14.455 borse, cioè 5.520 in più delle 8.935 disponibili nel 2019, che saranno assegnate secondo una graduatoria nazionale. La crescita dovrà essere confermata nel tempo, per colmare una richiesta che è via via sempre più rilevante. All'esame di dopodomani sono attesi circa 23.000 concorrenti, un numero ingrossato non solo dal ritardo dello svolgimento per la questione Covid, ma anche e soprattutto dall'accumulo dei laureati che anno dopo anno sono rimasti esclusi dalle scuole di specializzazione e che per questo si autodefiniscono amaramente camici grigi anziché bianchi.
LO SFORZO
L'aumento dei contratti di specializzazione è legato prevalentemente al maggiore sforzo dello Stato: con 5.400 posti in più, la propria parte sale a 13.400 (+67,5%), in forza dell'accordo stretto con la Conferenza delle Regioni. Si amplia anche il contributo di queste ultime: 117 in più, per un ammontare di 888 (+15,2%). Per esempio il Veneto ne finanzia 90, con uno stanziamento di 2.250.000 euro, a cui vanno sommati altri 7.195.000 euro per il pagamento degli specializzandi dal secondo anno in su e ulteriori 300.000 euro per le obbligazioni derivanti da eventuali gravidanze e malattie. Più modesto è il ritocco operato dagli altri enti, come Inps per Medicina legale: 3 borse in più, cioè in tutto 167 (+1,8%).
LE VARIAZIONI
In assoluto le branche interessate dalle variazioni maggiori sono Anestesiologia e rianimazione con +71% (65 posti a Padova, 71 a Verona, 16 a Trieste e 16 a Udine) e Medicina di emergenza e urgenza con +87% (57 a Padova, 45 a Verona, 22 a Trieste e 19 a Udine). La tendenza di quest'anno riguarda però gli aumenti nelle specialità connesse al Coronavirus: Microbiologia e virologia con +294% (4 borse a Padova e 4 a Verona), Malattie infettive con +214% (7 a Padova, 15 Verona e 10 a Udine), Malattie dell'apparato respiratorio con +171% (24 a Padova e 11 a Trieste), Igiene e medicina preventiva con +134% (24 a Padova, 29 a Verona e 17 a Udine), Patologia clinica e biochimica con +128% (13 a Padova, 5 a Verona e 7 a Udine), Medicina interna con +64% (40 a Padova, 27 a Verona, 13 a Udine e 15 a Trieste). Rispetto al totale delle disponibilità, 39 borse saranno riservate ai militari e 486 ai dipendenti del Servizio sanitario nazionale, cioè specialisti già assunti che intendono prendere un'altra specializzazione. I giovani ingaggiati dal Veneto nell'emergenza Covid, per lavorare in Pronto soccorso con contratti di libera professione, non possono rientrare in questa quota: la legge statale impedisce alla Regione di stabilizzare chi non è già specializzato. Eroi sì, ma non abbastanza, evidentemente.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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