La fonderia rinasce con gli operai licenziati

Domenica 17 Dicembre 2017
L'OPERAZIONE
VERONA L'hanno chiamata Cfd, che sta per Cooperativa Fonderia Dante, in onore di Dante Ferroli. È la coop costituita il 25 luglio scorso da 62 soci fondatori, tutti operai del reparto fonderia del Gruppo Ferroli voluto ancora negli anni Sessanta dallo scomparso imprenditore delle caldaie di San Bonifacio, nel Veronese. Ieri, all'interno della fabbrica principale del Gruppo Ferroli, a San Bonifacio, c'è stata l'inaugurazione ufficiale della cooperativa con presenti i soci fondatori, i lavoratori e le loro famiglie, clienti, fornitori e rappresentanti dei diversi soggetti coinvolti nell'operazione di workers buyout (acquisto da parte di lavoratori) come Adriano Rizzi, presidente di Legacoop Veneto, Giovanni Acco, in rappresentanza di Fiom Cgil Verona e Fim Cisl Verona, Elena Donazzan, assessore alla Formazione e al Lavoro della Regione del Veneto, Giampaolo Provoli, sindaco di San Bonifacio, Mauro Lusetti, presidente nazionale di Legacoop e Coopfond spa, Mauro Frangi, presidente di Cfi. «Abbiamo voluto dedicare la nostra cooperativa al signor Dante perché lui ha sempre difeso e sostenuto la fonderia - sottolinea Gianluca Pretto, primo presidente della neonata cooperativa di lavoratori -. L'idea di metterci insieme e di portare avanti noi l'attività di fonderia è nata un anno e mezzo fa, quasi per caso, parlando con i responsabili del sindacato di Fim e Fiom quando sono arrivate le prime lettere di licenziamento».
CRISI DI GRUPPO
È agli inizi del 2016, nel pieno della crisi che ha colpito tutto il settore della termomeccanica veronese, che i vertici del Gruppo Ferroli, intanto passato di mano al fondo d'investimento inglese Oxi Capital (con la famiglia scesa al 40%), annunciano l'intenzione di chiudere il reparto di fonderia, mettendo in mobilità gli 80 dipendenti, mentre nel resto della fabbrica veronese scattavano scioperi, mobilità, cassa integrazione fino allo scorso settembre quando è stato raggiunto l'accordo sul numero degli esuberi, che nella fabbrica di San Bonifacio passa da 376 a 199, firmato però solo dalla Fim Cisl e non dalla Fiom Cgil. «La comunicazione dell'intenzione di chiudere la fonderia è stata una botta non da poco anche perché in ballo c'era il futuro di 80 famiglie e lì abbiamo iniziato a pensare alla possibilità di diventare noi i proprietari della fonderia e di metterci in gioco per garantirci il posto di lavoro», spiega Pretto. Assieme al sindacato 62 lavoratori (gli altri scelgono di andarsene) aprono da una parte la trattativa con il gruppo Ferroli che porterà a settembre all'accordo sul contratto d'affitto d'azienda con prelazione all'acquisto, e dall'altra ai contatti con la Legacoop del Veneto, in particolare con Mirco Pizzolato del direttivo regionale, per la predisposizione di un piano industriale sostenibile per la nuova azienda. «I 62 lavoratori hanno messo come capitale sociale della nuova cooperativa tutti i fondi dei loro due anni di disoccupazione (oltre 900mila euro), hanno assunto un direttore generale nella figura di Erasmo D'Onofrio, un responsabile amministrativo, un direttore agli acquisti ed un responsabile dell'informatizzazione ed hanno ripreso l'attività, tutti e 62, con un contratto per i basamenti di caldaia della Ferroli. A cui hanno poi subito aggiunto una commessa per dischi freno in ghisa. Nelle scorse settimane abbiamo anche assunto tre ex dipendenti Ferroli - conclude il presidente Pretto - ed ora puntiamo a conquistare nuove commesse proponendoci per la produzione di basamenti in ghisa per caldaie anche per altri marchi del settore. L'intenzione è aprirci sempre di più al mercato».
APRIRSI AL MERCATO
Alla quota dei soci si è aggiunto l'intervento del sistema finanziario e creditizio cooperativo attraverso Coopfond (fondo mutualistico di Legacoop), per 275 mila euro e Cfi-Cooperazione Finanza Impresa per 500 mila euro; oltre a Cassa Rurale e Artigiana di Brendola e Banca Etica, che hanno garantito l'operatività finanziaria con 1,5 milioni. In soli sette anni, quella di Cfd è la sesta operazione di workers buyout supportata nella nostra regione da Legacoop Veneto, e quella della Fonderia Dante è la più importante a livello regionale e di una tra le più significative a livello nazionale. «È forse la più bella giornata del mio lungo mandato di assessore regionale al lavoro, ma è soprattutto la dimostrazione che la finanza con i suoi numeri può essere sconfitta dal capitale umano», ha detto l'assessore Donazzan.
Massimo Rossignati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci