Il Tar congela gli espropri per ampliare il Marco Polo

Mercoledì 6 Marzo 2019
URBANISTICA
MESTRE Lo sviluppo dell'aeroporto intercontinentale di Venezia incontra un ostacolo. Il Tar del Veneto ha sospeso la trascrizione del decreto di esproprio di 23 ettari di terreni compresi tra il confine sud ovest dello scalo Marco Polo e il centro abitato di Tessera, quartiere di Mestre, destinati all'ampliamento dell'aerostazione e dei servizi aeronautici. I giudici del Tribunale amministrativo hanno così dato ragione al curatore del fallimento della società Aeroterminal dei fratelli imprenditori trentini Poletti che, nel primo decennio del Duemila, furono i patron del Calcio Venezia. La società è in liquidazione sin dal 2009 e, dopo alcune sconfitte in Tribunale, ha ottenuto un primo riconoscimento, in attesa della discussione nel merito dell'intero ricorso che è stata fissata per il prossimo ottobre.
Save, la società di gestione degli scali di Venezia e di Treviso e coordinatrice del Sistema aeroportuale del Nordest che comprende Verona e Brescia, aveva già decretato l'espropriazione lo scorso 24 gennaio e sarebbe dovuta entrare in possesso dei terreni lo scorso 15 febbraio spendendo 15 milioni e 889 mila euro. Una cifra considerata irrisoria per 23 ettari a ridosso del terzo aeroporto intercontinentale italiano e che, nei progetti di Aeroterminal, sarebbero dovuti diventare un centro intermodale con un complesso direzionale e alberghiero da 80 mila metri cubi e un'area di sosta da 150 mila metri cubi. E irrisoria anche perché la vendita dell'area serve al curatore per saldare i debiti della società con i creditori.
GLI OBIETTIVI
Per Save quei terreni sono indispensabili all'allargamento del sedime aeroportuale come parte del Masterplan che, entro il 2021, in cambio dell'aumento delle tariffe da praticare alle compagnie ottenuto dal ministero di Trasporti, prevede investimenti per oltre 800 milioni di euro.
La sentenza del Tar, dunque, pone un freno all'operazione che comprende il quadruplicamento dell'aerostazione (dagli originari 43 mila metri quadrati del 2000 a 174 mila metri quadri tra il 2021 e il 2025), l'allungamento delle piste, il rifacimento dei piazzali di sosta degli aeromobili, e persino una stazione sotterranea per ospitare l'arrivo dell'alta velocità ferroviaria che collegherà l'aeroporto con la linea Venezia-Trieste; tutto questo in considerazione del continuo aumento del numero di passeggeri che nel 2018 ha superato gli 11 milioni e per il 2016 arriverà a 16 milioni l'anno. Anche per il Comune di Venezia, però, il pronunciamento del Tar del Veneto fa scattare un campanello d'allarme dato che sui 23 ettari di Aeroterminal è previsto che Save realizzi anche un terminal per pendolari e turisti diretti a Venezia e nelle isole, con parcheggi e una fermata per il trasporto pubblico acqueo.
I giudici amministrativi hanno stabilito che il contemperamento tra i contrapposti interessi dei privati e di Save può essere assicurato sospendendo l'esproprio e rimandando tutte le altre richieste del curatore di Aeroterminal alla discussione nel merito; nel frattempo l'area potrà essere utilizzata come deposito intermedio dove stoccare temporaneamente terreni di scavi da altri cantieri dell'aeroporto.
I DUBBI
La sentenza, seppur en passant, affronta anche il resto del ricorso di Aeroterminal contro Enac (la direzione ministeriale dello scalo), Città Metropolitana di Venezia, Regione Veneto, ministeri dei Trasporti, dell'Ambiente e dei Beni culturali, oltre che contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Demanio statale e persino il Comune di Venezia col quale Save e Enac a maggio del 2015 hanno siglato un protocollo d'intesa che destina i 23 ettari a esigenze aeroportuali e interscambio con la città, atto con il quale il Comune ha bloccato quindi il Piano particolareggiato del 2013 che consentiva, invece, ai privati di costruire negozi, uffici, parcheggi, albergo e quant'altro, cosa che avrebbe, quindi, aumentato di molto il valore dei terreni: per decidere la sospensiva, infatti, i giudici hanno valutato non prive di fondamento le contestazioni di validità degli atti impugnati: dubbia compatibilità con l'ordinamento comunitario della proroga dell'affidamento della gestione dell'aeroporto a Save fino al 2041; dubbi anche sull'inserimento nel Masterplan (e la correlata dichiarazione di pubblica utilità) di terreni Aeroterminal non direttamente e strettamente funzionali all'attività dello scalo e che, tra l'altro, mancano ancora di una destinazione precisa.
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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