«Avevano ragione: ha preso soldi nero ed è un reato»

Venerdì 23 Ottobre 2020
«Avevano ragione: ha preso soldi nero ed è un reato»
VENEZIA Stefano Ancilotto, procuratore aggiunto di Venezia, è l' architetto del teorema accusatorio che alzò il velo sulle tangenti legate al Mose. «È una sentenza che conferma la bontà dell'inchiesta - commenta Ancilotto - c'erano riscontri e conferme: nel merito era fondata. In più sono rimaste ferme le confische e le statuizioni civili, risarcimenti allo Stato e solo nel caso Cinque si parla di 9 milioni, non è una cifra irrilevante, una parte di quanto è stato illecitamente sottratto alle casse pubbliche. In molti ci avevano detto strage per Orsoni, invece sono stati corretti sia il passaggio illecito di denaro in nero, che la contestazione del reato, avevamo visto giusto: il richiamo fatto dalla difesa non era corretto, il candidato sindaco è anche candidato consigliere comunale nei comuni grandi. Orsoni ha preso i soldi in nero e ciò è un reato. Guardando la vicenda, meglio un patteggiamento mite oggi che una gran pena esemplare al dibattimento che finisce in un nulla di fatto: per fatti gravi come quelli di Cinque non viene fatto scontare neanche un giorno di carcere. Se avessimo dovuto processare Galan e Chisso non saremmo arrivati in tempo». N. Mun.
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