Animali selvatici investiti: a Belluno stop ai soccorsi

Giovedì 27 Settembre 2018
L'EMERGENZA
BELLUNO Nessun veterinario o eutanasia per l'animale selvatico che viene investito: viene lasciato morire a bordo strada. È l'assurda situazione che si è venuta a creare in provincia di Belluno dal primo settembre scorso, quando l'azienda sanitaria Usl 1 Dolomiti ha cessato l'intervento dei veterinari pubblici sui selvatici investiti. Il problema è che non ci sono, al momento, sostituti privati e per gli animali c'è da augurarsi che muoiano sul colpo. E sperare che non accada mai quanto avvenuto domenica sera, sulle strade di Santa Giustina.
GLI INCIDENTI
Una cerva di 160 chili era finita sotto un'auto, prima del distributore Esso, verso Feltre, a Santa Giustina. L'animale non è morto subito: era malconcio, zampe rotte davanti e dietro, ma era vivo. I carabinieri (ormai gli unici con i vigili del fuoco che intervengono la sera per questo tipo di incidenti dopo il taglio della reperibilità della polizia provinciale) hanno chiamato il veterinario, ma il servizio non c'era più. A quel punto hanno chiamato il capo della riserva comunale alpina di caccia. Ma anche lui non poteva intervenire se l'animale era ancora vivo e non poteva nemmeno sparargli per accorciare le sue sofferenze. A quel punto i carabinieri non hanno potuto fare altro che spostare la cerva morente a bordo strada. L'animale è deceduto poco dopo e a quel punto è arrivato il presidente della riserva di caccia che ha recuperato l'esemplare, che potrà essere ora consumato.
L'AZIENDA SANITARIA
«L'intervento dei veterinari pubblici sui selvatici investiti è un'attività non ricompresa tra i livelli essenziali di assistenza erogati dal servizio sanitario nazionale - ha spiegato l'Usl Dolomiti - pertanto dal primo settembre 2018 tale prestazione è venuta a cessare. Già nel mese di giugno l'azienda ha informato di ciò la Prefettura di Belluno e la Presidenza della Provincia. Sul tema si sono svolti alcuni incontri in Prefettura». La Prefettura, contatta, conferma che è stato esaminato il problema, ma spiega anche che la risoluzione spetta alla Provincia, che ci sta lavorando. Ed effettivamente il consigliere provinciale con delega alla Caccia, Franco De Bon, conferma che la soluzione è vicina. «Stiamo predisponendo una convenzione con privati - spiega - avevamo iniziato a lavorare mesi fa, ma poi la legge regionale 30 con cui la Regione istituisce dei centri regionali per la cura di fauna selvatica, ci ha imposto di studiare una soluzione solo transitoria, fino all'entrata in vigore di quella norma».
L'IMPENNATA
La soluzione è attesa con urgenza perché il veterinario pubblico non c'è più per la fauna selvatica ormai da quasi un mese: né di giorno, né di notte. La chiusura del servizio ha creato una situazione di emergenza, soprattutto in questo periodo in cui i cervi sono in amore e gli investimenti hanno avuto un'impennata. Si viaggia con una media di 3-4 animali selvatici investiti ogni giorno. Gli ultimi casi: martedì mattina alle 6 una cerva investita a Sagrogna di Belluno e ieri un capriolo in Sinistra Piave. Ma lui è stato fortunato: è morto subito.
Olivia Bonetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci