Turchia
La moderazione
di Erdogan
Credo che il cinismo e l'ipocrisia di

Sabato 12 Ottobre 2019
Turchia
La moderazione
di Erdogan
Credo che il cinismo e l'ipocrisia di Trump riguardo la questione curda siano veramente inqualificabili e che, purtroppo, ancora una volta la ragion di stato sia passata sopra ogni altra considerazione. Confidare, infatti, nella moderazione del Presidente Erdogan sia come confidare nella moderazione di un incallito pedofilo Direttore di un asilo infantile. Chi capisce lo stato d'animo dei curdi meglio di ogni altro saranno gli armeni, vittime di un genocidio da parte dei Turchi verso la fine del 1800.
Giovanni Benvenuti
Contante
I compiti
dello Stato
L'ennesimo governo è sceso in campo contro il nemico principale dell'economia italiana: il contante. Ognuno si sceglie il nemico che vuole, anche se in realtà, con l'intenzione di combattere l'evasione fiscale, si finisce per rendere la vita più complicata alle persone, a cominciare dagli anziani e pensionati, che con l'evasione fiscale credo, non abbiano nulla da spartire. Lo Stato però, è il primo che non osserva questa corbelleria, provate a comperare sigarette, bolli, cartelle delle lotterie e, vi accorgerete che non accettano il pagamento con le carte. Si tratta di una regola imposta dai Monopoli, cioè dallo Stato, agli esercenti. Invece di imporre sarebbe probabilmente più efficace, oltre che civile, aiutare concretamente le persone ad usare di più i pagamenti elettronici, fornendo strumenti semplici e comprensibili, magari coinvolgendo le amministrazioni locali, che sono più vicine ai cittadini. Il populismo antipolitico non nasce per caso, ma soprattutto, perché i cittadini sentono lo Stato come un dispensatore autoritario di norme e sanzioni senza spiegarne le ragioni e in base a criteri incomprensibili, che facilmente vengono considerati come derivanti da inconfessabili interessi. L'esempio più brutale il caso della revoca dell'adeguamento delle pensioni, che comporta poi che l'Inps tratti i pensionati che l'hanno percepita come evasori fiscali, è da manuale. Non parliamo poi del famigerato redditometro: io cittadino devo dimostrare allo Stato come spendo i miei soldi! Altro scherzo italiota. Sei tu Stato che devi dimostrami come spendi i miei di soldi! La fiducia dei cittadini bisogna guadagnarsela, lamentarsi della crescente disaffezione elettorale non è scarso senso civico, ma la conseguenza di un atteggiamento becero padronale dello Stato verso i cittadini, problema grave per governi che alla loro origine non hanno avuto un mandato elettorale ma una operazione parlamentare, legittima ma che deve recuperare un consenso tutt'altro che scontato.
Giancarlo Parissenti
Parlamentari
C'è ben altro
da tagliare
Taglio della spesa pubblica ovvero taglio dei parlamentari, siamo d'accordo che forse sono troppi, basti raffrontare il nostro parlamento con quello americano. È però da tener presente che non debba venir meno la rappresentatività dei territori! Giusto che venga introdotto in Costituzione il vincolo di mandato per i parlamentari i quali devono rispondere ai cittadini elettori che li hanno votati. Non deve esistere il cambio di casacca o andare nel gruppo misto ma devono andare a casa. Venga tagliato il numero dei sottosegretari di stato, che di fatto sono dei portaborse, i ministeri sono pieni di dirigenti e funzionari che gravano sul bilancio statale, bastano e avanzano. Il titolo di Senatore a Vita sia solo onorifico, senza diritto di voto e obolo. È doveroso il ripristino del voto di preferenza e non la lista bloccata; il Presidente della Repubblica deve essere eletto direttamente dal popolo; deve essere di ispirazione popolare il Capo del Governo o Primo Ministro. Solo così si potrà parlare di democrazia partecipata/compiuta e non di giochini di palazzo e segreterie di partito. È ora di finirla con i premier che non rappresentano nessun elettore. I Cittadini sapranno giudicare sul merito. Non dimentichiamo l'autonomia per talune regioni votata mediante referendum da milioni di cittadini. Paradossale che a mettere i bastoni tra le ruote siano anche ministri o politici provenienti da regioni autonome o a statuto speciale. Si pensi piuttosto alla virtuosità. Visti i tempi per le modifiche costituzionali si incominci da subito col tagliare i privilegi di cui godono i parlamentari ed erogati anche ai famigliari finiamola col nepotismo e non si vedano personaggi che godono di parecchi vitalizi e magari contemporaneamente di indennità di carica.
Celeste Balcon
Evasione
Prima la lotta
poi i condoni
Tutti i governi dichiarano lotta all'evasione fiscale, ma tutti sono poi disponibili e pronti ad approvare condoni e sanatorie. Tutti i governi non vogliono sentire parlare di condoni e allora introducono parole come pace fiscale e di rottamazione fiscale. Come pure non vogliono sentire parlare di condono edilizio, ma preferiscono parlare di recupero edilizio, di riorganizzazione e rigenerazione urbana, di una edilizia spontanea da regolarizzare perché nata per stato di necessità. Quando il precedente governo in Parlamento ha affrontato l'argomento, l'on. Di Maio, all'epoca ministro del lavoro e dello sviluppo economico, non voleva sentir parlare di condono, ma lui preferiva parlare di pace fiscale. All'epoca si disse che a Di Maio governare è solo una questione semantica. Comunque, quando si legifera in tale direzione si tratta sempre di aiutare e agevolare gli evasori e gli abusivi e mortificare chi paga le tasse e rispetta la normativa edilizia. Ma la politica è divenuta l'arte di fare regali, regali, regali...
Gianvito Caldararo
Centrodestra
Forza Italia
naviga a vista
In occasione delle imminenti elezioni regionali, Pd e M5s provano a ricalcare in chiave locale la loro alleanza di governo. Al contrario, i tre partiti del centrodestra stanno cercando di ricompattarsi soprattutto a livello nazionale: hanno fatto fronte comune votando il testo sul taglio dei parlamentari, divenuto legge. La posizione di Forza Italia, però, non è chiara. Un anno fa, Berlusconi spinse Salvini a formare un governo con i 5 stelle, per poi attaccarlo fin dal suo insediamento. Alle ultime elezioni europee, Salvini strinse un'alleanza con alcuni partiti sovranisti europei. Berlusconi invitò il Ppe ad aprirsi a queste forze politiche in ambito governativo; tale esperimento funzionò bene nei primi anni 2000, con i governi italiano e austriaco nel ruolo di apripista. Oggi Berlusconi sostiene invece che l'ideale sovranista ha fallito. Per ostacolare Salvini, Berlusconi ha ordinato dapprima ai propri consiglieri regionali di non sostenere il referendum elettorale, per poi cambiare idea e accodarsi alla forza trainante della Lega. Purtroppo, Forza Italia è un partito allo sbando, ha subìto la pesante scissione di Toti, ed ora naviga a vista; elettori e dirigenti forzisti sono attratti dalle sirene di Lega e Fratelli d'Italia, che contrariamente alla volontà di Berlusconi, sposteranno quindi a destra il baricentro dell'opposizione.
Mattia Bianco
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