Luci basse o alternate, dopo Maenza altri sindaci corrono ai ripari

Martedì 18 Ottobre 2022 di Rita Cammarone
Luci basse o alternate, dopo Maenza altri sindaci corrono ai ripari

Luci spente ma non solo, in provincia di Latina, contro il caro bollette.

Il rimedio drastico prospettato dal sindaco di Maenza, che ieri sera ha effettuato le prove generali di black out della illuminazione pubblica, non ha convinto del tutto i colleghi primi cittadini pontini.


SOLUZIONI ESTREME
«Io non spegnerò proprio niente ha affermato ieri la sindaca di Roccasecca dei Volsci Barbara Petroni Il momento è difficile e delicato, soprattutto per molte famiglie che non riescono più ad arrivare a fine mese. Non me la sento di privare i cittadini anche di una forma di sicurezza. Perché diciamo le cose come stanno: le strade illuminate sono anche più sicure, renderle buie significa aumentare il rischio di favorire episodi di microcriminalità e violenza. Non me la sento di assumermi anche questa responsabilità».
Il Comune di Maenza nel 2020 ha pagato 84.903,01 euro di spese per l'energia elettrica, nel 2021 le bollette sono lievitate fino a un totale di 132.367,93 euro. Per le fatture di quest'anno, da gennaio a luglio, il piccolo centro lepino ha totalizzato 107.679,21 euro. Dall'altra parte dell'Amaseno, a Roccasecca dei Volsci, il maggiore incremento della corrente elettrica a carico dell'ente municipale riguarda proprio la Casa comunale, perché «per il resto ha spiegato la sindaca Petroni stiamo un passo avanti con l'efficientamento energetico».
L'illuminazione pubblica del comune ausono è stata affidata a un soggetto terzo. «Siamo legati ha affermato la prima cittadina - ad un contratto, di cui è capofila il Comune di Campidimele, che scade nel 2034. Noi versiamo periodicamente quote fisse in cambio del consumo di energia elettrica e di ammodernamento e manutenzione impianti. E' chiaro che l'aumento del costo energetico ha colpito anche chi gestisce la pubblica illuminazione a Roccasecca, nella misura di un incremento del 50%. Non a caso ha richiesto la rivalutazione del canone annuo. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Concludo dicendo che sono aumentare le richieste di aiuto al Comune e stiamo cercando di rispondere con contributi una tantum. La situazione è drammatica».


LA VIA DI MEZZO
Altri primi cittadini pontini hanno scelto, tra il total black e il white, la via di mezzo. Domenico Guidi, sindaco di Bassiano, ha preannunciato lo spegnimento di un lampione sì e uno no lungo le strade rurali e di ridurre la durata di accensione dei punti luce led nel centro storico, prevedendo lo spegnimento degli impianti di illuminazione pubblica alle 4 del mattino.


«Abbiamo calcolato ha affermato che con questi piccoli accorgimenti possiamo risparmiare intorno ai 25mila euro, corrispondente a circa la metà dell'incremento subito le spese legate all'energia elettrica, pari a 47mila euro». E nel mentre il Comune lepino sta cercando di potenziale il fotovoltaico sui propri edifici, Municipio, scuole e biblioteca, il sindaco do notizia di atti amministrativi per il sostegno a famiglie, commercianti e artigiani in difficoltà, che non riescono a pagare le bollette. «A breve ha spiegato Guidi delibereremo aiuti una tantum, da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro, a seconda dell'importo della bolletta da pagare». Anche la prima cittadina di San Felice Circeo. Monia Di Cosimo, ha optato per le «luci alterne, laddove è possibile ha specificato - senza lasciare la zona completamente al buio».
«Laddove non è possibile spegnere un lampione sì e uno no ha proseguito - si provvederà a diminuire l'intensità dell'illuminazione. Ma per ottenere luci soft c'è un lavoro complesso alle spalle. Si tratta di riprogrammare tutto. Siamo passati da una spesa media per la corrente elettrica da 250/300mila euro a oltre 500mila. Esiste un aiuto dello Stato, ma per il futuro? Questa guerra deve finire subito, temo ripercussioni ancora più gravi. Ad ottobre, intanto, abbiamo notato un incremento di richieste di aiuto dalle famiglie sempre più in difficoltà».


LE ALTRE SITUAZIONI
Se la sindaca di Roccasecca dei Volsci ha già subodorato da parte del gestore del servizio di pubblica illuminazione la richiesta di adeguamento del canone annuo ai rincari energetici, il primo cittadino di Monte San Biagio Federico Carnevale mostra maggiore tranquillità: «Abbiamo un contratto a canone fisso che scade nel 2030 e questo ci ha consentito di avere anche l'ammodernamento degli impianti, con la sostituzione delle lampadine a led. Finora ci è andata bene, vedremo cosa deciderà il Governo».


Cifre da far tremare i polsi arrivano invece da Aprilia, il comune della provincia più grande per numero di abitanti dopo il capoluogo. «L'aumento per l'uso di corrente elettrica negli edifici comunali commenta il sindaco Antonio Terra - è di un milione di euro; Engie ci ha chiesto 450mila euro in più per la pubblica illuminazione. Ecco che siamo arrivati a circa 1,5 milioni di euro non programmati. Sinceramente non so come poter intervenire, atteso che l'efficientamento lo abbiamo fatto, le scuole sono state dotate di impianti fotovoltaici in grado di riversare sulla rete nazionale il surplus della produzione. Che facciamo lasciamo al buio gli uffici comunali? L'edificio è dotato di accensione luci al momento del passaggio delle persone». Sul piatto Terra ci mette anche le due tranche arrivate dallo Stato per un importo di circa 450mila mila euro. «Forse ce ne danno una terza in base all'ultimo assestamento ha concluso il sindaco Terra Per il resto stiamo cercando di capire dove altro poter intervenire per frenare questa emorragia di risorse».

Ultimo aggiornamento: 11:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA