Ecchimosi importanti sul volto e un vasto ematoma cerebrale che ha provocato il decesso. E' stata eseguita alle 13 di ieri l'autopsia sul corpo di Nadia Bergamini, 70enne di Latina morta venerdì scorso dopo essere arrivata in pronto soccorso priva di sensi per le botte ricevute dal genero Antonino Salvatore Zappalà.
Il medico legale Gianluca Marella, nominato dalla procura, ha effettuato l'esame con l'obiettivo di analizzare i segni e le lesioni sul corpo della donna e verificarne la compatibilità con le percosse ricevute facendo così maggiore chiarezza sulla causa del decesso.
La signora aveva infatti un'invalidità che le impediva la deambulazione e la rendeva di fatto invalida e bisognosa di assistenza. Le botte, confermate anche da diverse altre ecchimosi rilevate, le sono state quindi fatali. La signora ha perso i sensi e al suo arrivo in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale Goretti le sue condizioni apparivano già gravissime e l'episodio sospetto. A ritrovarla è stata la figlia, tornando a casa nel primo pomeriggio del 14 gennaio. Insieme alla signora in casa era rimasto soltanto il genero Antonino Zappalà, 44enne di origini siciliane. Da parte sua nessuna spiegazione agli investigatori che qualche ora più tardi sono arrivati nell'appartamento di via Casorati per fare luce sull'accaduto.
L'uomo, di fronte alle insistenti domande degli agenti e al loro invito a indossare la mascherina di protezione, ha anche reagito in modo aggressivo. E alla fine è stato arrestato per l'omicidio della suocera, aggravato dalla seminfermità della vittima, e anche per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Si è trincerato dietro il silenzio anche durante l'interrogatorio dei giorni scorsi e il giudice del tribunale di Latina, ravvisando gravi indizi di colpevolezza, ha confermato la sua custodia cautelare in carcere.
Laura Pesino
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