Mille famiglie a Fedriga: «Bimbi a casa contributi e moratoria sui servizi»

Domenica 8 Marzo 2020
Mille famiglie a Fedriga: «Bimbi a casa contributi e moratoria sui servizi»
LA RICHIESTA
UDINE Mille famiglie udinesi lanciano un Sos alla Regione. Perché nell'era del coronavirus e delle scuole (almeno per ora) chiuse, con l'azzeramento della vita sociale e i nonni messi fuori gioco per preservarli da un (non sia mai) eventuale contagio, per i genitori lavorare e prendersi cura dei figli è un rebus di difficile soluzione. Che richiede tante energie e anche risorse. Da qui la richiesta alla Regione del neocostituito Comitato dei genitori del Quinto comprensivo udinese, nato proprio per «dare una voce unica alle mille famiglie» dell'istituto udinese, che si compone di sei plessi, dalle materne alle medie. Al governatore Massimiliano Fedriga e all'assessore Alessia Rosolen chiedono di trovare i fondi per «supportare con ogni mezzo possibile le famiglie nella gestione di una routine che è saltata e necessita di sforzi economici ed organizzativi enormi» e di «ridurre anche parzialmente i costi sostenuti a fronte di servizi» non utilizzati, dalle rette degli asili al doposcuola alla preaccoglienza.
IL COMITATO
«La nostra richiesta - spiega il presidente del comitato di genitori Giovanni Duca - nasce dal silenzio quasi totale che arriva su questi temi, a nostro avviso, da tutte le persone coinvolte. Per esempio, si parla di didattica, poco e male: i tempi per gestire la didattica a distanza sono lunghissimi e se vanno avanti di questo passo saranno pronti quando tutto sarà tornato normale. Alla Nievo le maestre si stanno muovendo con pdf e fotocopie, difficilmente temo che riusciremo a vedere dei corsi on line». Ma questa, spiega, è ancora un'altra partita. «Alla Regione abbiamo chiesto soprattutto un aiuto economico. La situazione non è semplice da gestire: le famiglie si trovano i bimbi a casa, molti genitori evitano di portarli dai nonni per tutelare i più anziani da eventuali contagi. Insomma, stiamo pagando un prezzo molto elevato per questa situazione. Sarebbe ora di avere un contributo. Per esempio, chiediamo di eliminare o ridurre i costi vivi che sosteniamo, come quelli per preaccoglienza e postaccoglienza, che quest'anno paghiamo ogni due mesi: vorremmo una moratoria, se possibile, ma non vorremmo andare a discapito di chi ci lavora, come gli addetti delle cooperative». L'istanza? «Chiediamo alla Regione di avere una restituzione almeno parziale della tariffa prevista, il minimo sindacale per dire che si fa qualcosa verso le famiglie. Bisogna anche valutare un aiuto per gli anziani. Oggi come oggi si pagano tasse su tutto: che si possa detrarre qualcosa in più, almeno». Sullo sfondo, l'idea (o almeno il tentativo) di coinvolgere gli altri comprensivi. «Ci proveremo, ma è difficile. Solo per scambiarci i numeri fra noi genitori quando abbiamo costituito il comitato, sono passate due settimane - rileva Duca -... Facciamo un appello ai genitori delle altre scuole: facciamo fronte comune».
L'ASSESSORE
Non si tira certo indietro l'assessore Rosolen, che alla richiesta di sostegno risponde con un sì deciso, e «come potrebbe essere diverso? Abbiamo già garantito i contributi per l'abbattimento delle rette anche nei giorni di chiusura. Faremo tutto ciò che possiamo, lo stiamo già facendo», assicura.
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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