«Galimberti, il piano entro maggio»

Giovedì 15 Febbraio 2018
«Galimberti, il piano entro maggio»
IL CASO
UDINE Quale sarà il futuro dei negozi Euronics Galimberti e soprattutto il destino dei dipendenti, che sono 500 in tutta Italia, nei 28 punti vendita gestiti direttamente, e una sessantina in Friuli Venezia Giulia negli store di Udine (al Terminal Nord), Fiume Veneto (al centro commerciale Emisfero) e Trieste (al Giulia)? Dopo l'allarme lanciato dai sindacati, in particolare in Friuli da Fabiano D'Elia della Fisascat Cisl, preoccupato per le sorti dei lavoratori della nostra regione, fonti della direzione aziendale confermano che «il 5 febbraio è stata depositata al Tribunale di Milano una richiesta di concordato in bianco in continuità e che l'istanza è ancora al vaglio. Ora, i tempi di legge sono di 120 giorni per la consegna del piano industriale, quindi si parla di maggio. È anche possibile chiedere delle proroghe, ma cercheremo di non farlo. Parte del piano, come dichiarato, prevederà interventi straordinari di cessione di immobili e anche cessioni di rami d'azienda, ma, ad oggi, non siamo in grado di dire né quali né quanti punti vendita saranno oggetto di cessione. L'informazione sarà pubblica quando presenteremo il piano al Tribunale. Abbiamo un advisor, con cui stiamo collaborando: Kpmg ci sta supportando nella formalizzazione del piano».
Concordato «in continuità», significa che «Galimberti Euronics sicuramente proseguirà l'attività, anche se oggi non sappiamo dire quanti e quali punti vendita dovrà tenere o cedere. Una parte li terrà e una parte li cederà».
Il gruppo, che gestisce negozi a insegna Euronics in Emilia Romagna, Sardegna, Trentino e soprattutto in Lombardia, conta anche altri store in Veneto (4 nel Veronese e 2 nel Trevigiano, a Castelfranco e a Conegliano), dove si trova anche un magazzino, a Castel d'Azzano (un altro invece, è a Limbiate). Ci saranno esuberi? «Non sono ancora stati quantificati a oggi», riferiscono le medesime fonti aziendali. Ai sindacati è stato detto che si sta valutando l'eventuale chiusura del deposito di Castel d'Azzano, nel Veronese, dove sono impiegati 11 lavoratori. I dipendenti dei negozi sono preoccupati. «I dipendenti che si trovano nei punti vendita sono quelli che potrebbero avere il rischio minore, anche se non possiamo darlo per certo. Se sono nei negozi che resteranno in campo a Galimberti, non rischiano nulla. Se invece sono nei punti vendita che saranno ceduti, si può dire che nella maggior parte dei casi simili degli ultimi anni, in questo settore, i negozi sono stati ceduti con tutto il personale. Ma non possiamo darlo per certo». Quella che è una certezza, invece, puntualizza la fonte interna all'azienda, è che «gli stipendi sono arrivati regolarmente. Non solo, ma come i lavoratori avranno notato, li abbiamo anche più che tutelati, pagando anticipatamente gli stipendi di gennaio e i primi cinque giorni di febbraio, per tutelare i lavoratori, che altrimenti avrebbero avuto quei soldi ala fine della procedura del concordato».
Alla domanda se ci siano trattative in corso per la cessione, la medesima fonte replica però, con un «no comment». Ma cosa ha portato al passo della richiesta del concordato? «Le difficoltà del mercato e il perdurare della crisi economica sono tutte concause». Il sindacato ha parlato di «un fulmine a ciel sereno». «Abbastanza. La mancanza della possibilità di approvvigionamento ha accelerato il tutto». Ma adesso, la cosa dovrebbe migliorare. «I fornitori - prosegue la fonte della direzione aziendale - in questa situazione hanno posto dei limiti molto importanti. Proprio la mancanza della possibilità di approvvigionarsi ha portato ad un calo delle vendite nel primo periodo del 2018, ma adesso, dopo il deposito della richiesta di concordato, dovrebbe andare meglio. I fornitori si sentono tutelati e nelle prossime settimane dovremmo essere in grado di rifornirci».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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