Parigi, per i gilet gialli il sabato della maturità «Dateci il referendum» `

Domenica 13 Gennaio 2019
Parigi, per i gilet gialli il sabato della maturità «Dateci il referendum» `
LA PROTESTA
PARIGI Più numerosi, più organizzati: i Gilets Jaunes crescono. Il ministero dell'Interno ne ha contati 84mila ieri in tutto il paese, per il nono atto della loro rivolta, erano stati 50mila una settimana fa. A Parigi, Bordeaux, Nantes, Marsiglia, Nimes, ma soprattutto, a Bourges, meno di 70 mila abitanti nella provincia dello Cher, nominata nuova capitale gialla di Francia soltanto perché è la città più vicina al centro geometrico del paese, quello che tutti possono raggiungere. Sono stati in 6mila a fare il viaggio. I più violenti questa volta sono stati tenuti a bada: frenati dalla polizia schierata al massimo delle sue forze ma anche dalla volontà dei manifestanti, che per la prima volta a Parigi hanno chiesto la regolare autorizzazione della Prefettura per sfilare e sono perfino riusciti a organizzare un servizio d'ordine.
LE RIVENDICAZIONI
L'epicentro più caldo è stato Bordeaux, in 6mila hanno sfilato col gilet giallo prima di concludere con una guerriglia al calare della sera. Ma il movimento sembra diventare più maturo a tre giorni dall'inizio del Grande Dibattito nazionale voluto da Emmanuel Macron. La richiesta di diminuire le tasse sui carburanti che fu la scintilla della protesta è ormai roba vecchia (Macron tra l'altro ha annullato tutti gli aumenti dei prezzi di diesel e benzina). Ormai le rivendicazioni sono molte, quasi costituiscono un programma: riforma fiscale, aumento del potere d'acquisto, abbattimento dei costi della politica, riduzione del numero e dei salari dei deputati e soprattutto il Ric, il referendum di iniziativa popolare.
A Parigi quattro diversi cortei hanno tagliato la capitale, il più grosso, quello che ha risposto all'appello di Eric Drouet, il 33enne camionista di Melun diventato uno dei leader dell'ala più ortodossa del movimento. Il corteo ha tagliato in due Parigi da est a ovest, è partito dal ministero dell'Economia di Bercy fino ad arrivare all'Arco di Trionfo. È qui che ci sono stati gli unici scontri con la polizia, che ha vietato il proseguimento verso l'avenue di Friedland e il quartiere dell'Eliseo, che resta rigorosamente off limit. Ci sono stati lacrimogeni e cariche, questa volta però niente saccheggi. Una settantina di fermi sono bastati a Parigi, in tutta la Francia i fermati sono stati duecento, un numero decisamente inferiore al passato. 24 i feriti lievi. Due sono stati ricoverati in codice rosso, un poliziotto e un manifestante, non per ferite ma per malesseri.
A Bourges sono stati gli altri due leader forti del movimento, Priscillia Ludosky e Maxime Nicolle alias Fly Rider ad accogliere la folla gialla. Fly Rider ha trovato gli accenti lirici di Martin Luther King per invitare a non mollare: «Ho un sogno: che questa dolce Francia si alzi unita per vivere i valori che sono i suoi. Libertà, uguaglianza, fraternità». Gli slogan gridati con più forza sono sempre quelli contro Macron, che domani dovrà cercare di convincere ad accogliere la sua proposta di Dibattito con una lettera aperta a tutti i suoi concittadini in cui dovrà fissare i punti chiave e le modalità del dialogo.
L'INTERVENTO
Ma ieri erano soprattutto le parole che il presidente ha pronunciato due giorni fa davanti ai fornai di Francia riuniti per i tradizionali auguri di buon anno che circolavano.
«I problemi che attraversa la società sono a volte dovuti al fatto che troppi francesi pensano che si possa ottenere qualcosa senza sforzo» ha detto Macron, riaccendendo la rabbia dei gilets gialli e anche delle opposizioni, all'estrema destra e sinistra. Se la protesta diventa più matura, la Francia non ha comunque ritrovato la pace.
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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