Rivoluzione in casa Ferrari con supercar elettrica e Suv

Mercoledì 17 Gennaio 2018
LA SVOLTA
dal nostro inviato
DETROIT Se al Ces di Las Vegas aveva dato spettacolo la Jeep Wrangler, il più antico di tutti i veicoli totalmente a proprio agio fra i prototipi connessi ed elettrificati della mobilità del futuro, al Naias del Michigan sotto i riflettori ci sono le nuove generazioni di Cherokee e, soprattutto, del pick up Ram, una delle icone più preziose per le casse di Fca. Sergio Marchionne si gode il momento quasi magico e, con grande destrezza, cambia divisa da ceo Fca a presidente Ferrari (le due aziende di riferimento della galassia Exor) ribadendo la sua visione sull'evoluzione del settore: «Il Suv del Cavallino, che sarà un'interpretazione in linea con l'inimitabile Dna del nostro brand, arriverà nel 2020 e, quando sarà il momento, faremo anche la supercar elettrica». Sembra un gigantesco sasso nello stagno ma, per chi lo conosce un po', l'annuncio era nell'aria poiché il numero uno di Maranello non è certo contrario al progresso e ai cambiamenti. È vero, un paio d'anni fa aveva escluso una Rossa senza rumore, ma i tempi cambiano in fretta e se, come è ormai quasi certo, le vetture ad emissioni zero diventeranno protagoniste assolute anche dal punto di vista delle prestazioni, l'azienda orgoglio del made in Italy non resterà certo a guardare. «È evidente che la tecnologia non è ancora matura, ma ci sono segnali importanti, prospettive significative - ha proseguito il Presidente - guardate in Formula E, le monoposto devono ancora essere cambiate a metà gara perché non hanno sufficiente autonomia. Ma altri marchi di prestigio stanno lavorando sull'argomento e noi non gli lasceremo spazio: quando scatterà l'ora x la Ferrari sarà in prima fila, se c'è qualcuno che deve fare una supercar ad emissioni zero siamo noi, l'approccio è in linea con la nostra tradizione. È un atto dovuto, anche se non dovessimo venderla...». L'ipotesi è solo una battuta poiché quando verrà alzato il velo dal bolide ecologico la lista d'attesa per averlo sarà già lunghissima.
CONTRASTARE I MIGLIORI
Per il manager che adora le sfide è un'opzione troppo ghiotta poter sfidare con la tuta rossa della casa automobilistica più vincente del pianeta avversari come Elon Musk o come Porsche che stanno già lavorando sul tema. Nonostante diverse dichiarazioni di cautela, Marchionne non è mai stato critico nei confronti delle vetture a batterie, ha solo messo in guardia a non anticipare troppo i tempi per non correre il rischio di bruciare denaro. E questo, a maggior ragione, lo ha fatto da leader di Fiat Chrsyler che doveva sistemare i conti e rimettersi alla pari con i migliori. Cosa che ora è avvenuta e che non rende più indispensabile nemmeno una vendita o un'alleanza: «Non vedo matrimoni in giro, nessuno sta apparecchiando la tavola. Su questo argomento siamo stati intellettualmente onesti, eravamo pronti al dialogo, ma nessuno ci ha ascoltato quindi abbiamo fatto altro e ora lo scenario è cambiato. Non abbiamo più bisogno di partner e fino a che io sarò qui non accadrà nella in questa direzione. È andata meglio così, non ci avrebbero mai dato i soldi che ora valiamo». L'ad di Fca elogia ancora la riforma di Trump e rassicura i sindacati italiani: «Il cambio di regime fiscale in Usa è stato positivo, i risparmi ottenuti ci hanno consentito di fare cose che non sarebbero avvenute, riporteremmo parte della produzione negli Usa aumentando l'occupazione. Cosa faremo per i nostri dipendenti italiani? Esattamente la stessa cosa. L'obiettivo è completare la riorganizzazione del network industriale nel nostro paese, un impegno che abbiamo preso e che ribadiremo con decisione nel prossimo piano industriale. Ma serve tempo, dobbiamo completare la gamma della Maserati e dell'Alfa Romeo, gli investimenti sono già partiti, questi due brand da soli potrebbero bastare a saturare tutte le fabbriche. E se servisse, non è escluso un altro modello Jeep made in Italy». Così Marchionne ha detto di non poter dire se nel nostro Paese sarà raggiunto entro l'anno l'obiettivo della piena occupazione. Dopo settimane di vertiginosa crescita ieri l'azione Fca si è presa una pausa di riflessione chiudendo a 18,73 euro (-4,1%).
Giorgio Ursicino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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