Papà Boschi indagato, il Pm si difende

Martedì 5 Dicembre 2017
Papà Boschi indagato, il Pm si difende
LA GIORNATA
ROMA Il procuratore di Arezzo spiega di essere stato frainteso e il sottosegretario Maria Elena Boschi annuncia di aver definitivamente deciso di portare in tribunale alcuni giornalisti proprio alla vigilia dell'audizione di Federico Ghizzoni, il manager silenzioso protagonista delle accuse nei suoi confronti.
Più che acquietarsi, la polemica divampa con rinnovato vigore. Con il lunedì e la riapertura degli uffici politici e giudiziari è arrivata la definitiva conferma della nuova indagine a carico di Pier Luigi Boschi a proposito dei prospetti informativi consegnati ai risparmiatori che sottoscrivevano le obbligazioni. Indagine su cui il procuratore di Arezzo Roberto Rossi ha di certo taciuto alla commissione banche i dettagli (se abbia negato la sostanza è, appunto, uno dei temi dello scontro).
Boschi, avendo ben capito che le banche fallite sono già candidate a finire al centro della campagna elettorale, non si tira indietro: «Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il Pd. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più - ha scritto sulla sua pagina Facebook - esiste poi un lato più personale: ho firmato oggi il mandato per l'azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli». L'ex direttore del Corriere, nel suo libro Poteri (quasi) forti aveva scritto che lo stesso sottosegretario aveva fatto pressioni sull'ex numero uno di Unicredit, Federico Ghizzoni, perché salvasse banca Etruria. Il diretto interessato non ha mai chiarito come fossero andate le cose e proprio lui rischia di diventare il protagonista dei prossimi duelli: la commissione banche vuole convocarlo come testimone. La decisione, con ogni probabilità, sarà presa questa mattina.
IL CASO ROSSI
Per ora, ad agitare la polemica è soprattutto il comportamento del procuratore di Arezzo che nel corso dell'audizione della scorsa settimana ha taciuto la nuova indagine a proposito di Pier Luigi Boschi, a lungo nel cda di Banca popolare Etruria e per alcuni mesi vice presidente. Per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito sono indagati in 21 ex membri dei vertici di Etruria. I reati sarebbero stati commessi nel 2013, quando furono collocate due emissioni di obbligazioni subordinate.
IL RUOLO DEL CSM
Nessuna omissione alla commissione, ha scritto Rossi in una lettera indirizzata al presidente Casini: «Considero tali addebiti gravemente offensivi: ho risposto puntualmente a tutte le domande che mi sono state formulate senza alcuna reticenza od omissione, così come è facilmente riscontrabile dall'ascolto della audizione pubblica», scrive, aggiungendo la trascrizione e specificando che alla domanda sull'esistenza di altri indagati ha risposto sì, «facendo cenno con la testa». Nella parte di audizione secretata e dedicata alle indagini in corso, spiegano dalla commissione, Rossi non ha chiarito ulteriori dettagli, anzi ha specificato di aver riscontrato il comportamento corretto di Pier Luigi Boschi. Ma neppure i più agguerriti tra i commissari pensano che basti questo per far intervenire il Csm: nel corso dell'audizione secretata, il procuratore ha detto genericamente che c'era un'indagine in corso sul prospetto dato agli acquirenti delle obbligazioni e sulle comunicazioni fornite a Consob. Non ha specificato quali e quanti fossero gli indagati, ma nessuno gliel'ha chiesto esplicitamente. Per di più, il magistrato era sì sottoposto all'obbligo di cooperazione tra istituzioni, ma non essendo stato convocato in veste di testimone non aveva gli obblighi che derivano dal parlare con una commissione di inchiesta (analoghi a quelli della persona informata sui fatti che risponde al pm). Dunque, molto probabilmente oggi, quando si riunirà il comitato di presidenza sull'invio degli atti al Csm, chiesto dal senatore Andrea Augello di Idea, si deciderà di soprassedere. «La lettera del procuratore Rossi era molto esauriente», ha chiuso già il capitolo il presidente Pierferdinando Casini.
Sara Menafra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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