Offerta Intesa su Ubi Banca, dalla Bce arriva il primo sì

Sabato 6 Giugno 2020
Offerta Intesa su Ubi Banca, dalla Bce arriva il primo sì
L'AUTORIZZAZIONE
ROMA Primo via libera formale nell'accidentato percorso di Intesa Sanpaolo verso la conquista di Ubi Banca. Ieri sera la Bce ha dato l'autorizzazione preventiva al colosso bancario per l'acquisizione diretta di una partecipazione di controllo - pari almeno al 50% del capitale più un'azione - in Ubi Banca, nonché per l'acquisizione indiretta di una partecipazione di comando nella controllata IW Bank. In relazione al via libera di Francoforte, Intesa Sanpaolo ha disinnescato di fatto la trappola della Mac legata alla pandemia, per la quale la banca bergamasca si è invece rivolta al tribunale di Milano (udienza il 24 luglio), pur non avendone titolo perché esso spetta all'offerente. Nella nota diffusa in serata, Intesa fa sapere che, «pur non disponendo tuttora di informazioni in merito ai possibili effetti pregiudizievoli della pandemia da Covid-19», ritiene «ragionevolmente che da essa non derivino effetti tali da modificare negativamente l'attività di Ubi e/o la situazione finanziaria, patrimoniale, economica o reddituale sua e/o delle società del gruppo Ubi». Ciò posto, «Intesa Sanpaolo non includerà tra le condizioni di efficacia dell'offerta la pandemia da Covid-19 e i suoi effetti come indicati nella comunicazione pubblicata dalla banca il 17 febbraio ai sensi di legge».
CORSA A OSTACOLI
Il semaforo verde della Bce fa seguito alla presentazione dell'istanza corredata delle idonee informazioni a supporto della validità degli obiettivi strategici dell'operazione tra cui in particolare: incremento della massa critica, e contestuale raggiungimento di una maggiore capillarità in mercati geografici precedentemente meno presidiati, al fine di conseguire significative sinergie di costo, derivanti dalle economie di scala e dalla capacità di operare efficientemente con una struttura operativa agile, liberando al contempo importanti risorse per gli investimenti, in particolare quelli tecnologici. Poi sinergie di ricavo derivanti dall'incremento della produttività per cliente e per sportello e della redditività; capacità di attrarre nuovi talenti, favorendo in tal modo il ricambio generazionale senza impatti sociali; mantenimento di una dotazione patrimoniale solida anche all'esito dell'operazione; aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati ai livelli di Intesa Sanpaolo e riducendo i crediti unlikely to pay e attualmente in sofferenza.
L'ACCORDO CON CATTOLICA
L'autorizzazione di Bce è un passo in avanti molto importante anche perché contemporaneamente Intesa Sanpaolo ha sgombrato il terreno da una delle mine che i consulenti di Ubi hanno lanciato sul cammino per rendere inefficace l'offerta promossa il 17 febbraio. L'offerente ha quindi rinunciato alla possibilità di invocare gli effetti della pandemia per fare dietrofront. Ora a rendere ancora in salita la strada per il lancio dell'Ops restano l'istruttoria avviata dalla Consob sul prospetto; il procedimento Antitrust nel quale si è inserito con insolita determinazione anche Unicredit per cercare di tagliare la strada all'espansione del competitor; infine, il giudizio del Tribunale milanese sulla validità o meno della clausola Mac che però a questo punto potrebbe anche essere risolta. Intanto il cda di Ubi Banca ieri ha prorogato gli accordi di bancassurance con il gruppo Cattolica, azionista con l'1%, e con il gruppo Aviva Italia, al 30 giugno 2021 mentre entro il 31 marzo 2021 andrà notificata l'eventuale disdetta da ambo le parti.
Rosario Dimito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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