Mediaset, fondi divisi sulla holding olandese Occhi puntati sull'assemblea del 4 settembre

Mercoledì 21 Agosto 2019
Mediaset, fondi divisi sulla holding olandese Occhi puntati sull'assemblea del 4 settembre
LA RIORGANIZZAZIONE
ROMA Il riassetto di Mediaset divide i fondi che, un po' a sorpresa, non sono tutti schierati con Vivendi. Anzi. Anche se la fusione con Mediaset Espana e la nuova superholding in Olanda andranno a limitare la rappresentatività delle minoranze alcuni - i clienti del proxy advisor Glass Lewis - il 4 settembre in assemblea appoggeranno l'operazione. La prospettiva di un gruppo più forte nella sfida contro i giganti del web ha la meglio sul nodo governance e nemmeno l'incognita delle mosse di Vivendi spaventa più, anche se i francesi si giocheranno ogni carta, a partire da quelle legali, per bloccare l'operazione. La data limite è il 26 agosto ed è plausibile che chi è contro l'operazione stia già vendendo, piuttosto che provare a bloccarla. Con effetti peraltro risibili, visto che ieri il titolo ha perso lo 0,1% mentre Mediaset Espana attorno al 3%.
L'OPERAZIONE
In Spagna basta la maggioranza semplice per approvare la fusione, a Milano servono i due terzi ma, secondo lo storico delle passate riunioni, arriva circa l'80% del capitale e così Fininvest, con il suo 45,89% sembra avere matematicamente già in tasca il risultato. Anche se i francesi dovessero questa volta essere ammessi a votare, il loro 9,9% (il 19,94% trasferito a Simon Fiduciaria è sterilizzato) non basterebbe ad affossare l'operazione.
Il proxy advisor Iss suggerisce invece ai fondi suoi clienti di votare contro la fusione: «Non è particolarmente attraente dal punto di vista finanziario e gli azionisti di minoranza starebbero peggio dal punto di vista della governance». La holding olandese infatti «adotterà una struttura di voto di fedeltà in base alla quale agli azionisti leali saranno concessi fino a nove voti supplementari per azione ordinaria». Anche se riconosce che «da un punto di vista strategico, è plausibile che gli investimenti combinati possano rafforzare ulteriormente la posizione competitiva di Telecinco», il senso dell'operazione resta quello di «aiutare l'azionista di riferimento Fininvest a mantenere il controllo sul gruppo Mediaset». Glass Lewis al contrario, che si può stimare rappresenti l'altra metà dei fondi, lascia prevalere le ragioni strategiche e di prezzo: «Sono previsti benefici dalle sinergie di circa 800 milioni», ricorda in un report, il prezzo è «adeguato» e non vede problemi di governance. L'ostilità di Vivendi è l'unica ombra sull'operazione anche se non un motivo sufficiente per votare contro.
La faida con i francesi iniziata nel 2016 prosegue ancora oggi nelle aule dei tribunali, tra reciproche accuse e Vivendi ha già fatto sapere che il prezzo offerto agli azionisti per il recesso (2,77 euro) è troppo basso rispetto al valore reale della società e che il piano danneggerebbe gli interessi degli investitori di minoranza.
L. Ram.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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