La Bce rilancia: «Pronti a fare di più» E Bundesbank sostiene gli acquisti

Sabato 23 Maggio 2020
La Bce rilancia: «Pronti a fare di più» E Bundesbank sostiene gli acquisti
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BRUXELLES Monta l'attesa che nella riunione del 4 giugno la Bce possa decidere di espandere il programma di acquisto di titoli da 750 miliardi. Motivo: si riaffaccia il rischio di deflazione, cioè di una caduta generale dei prezzi. E già oggi «una rapida ripresa a V può essere esclusa». La ripresa a V indica una forte caduta del prodotto seguita da una altrettanto forte e rapida ripresa. La normalizzazione della crescita, dopo la recessione nel 2020, richiederà tempo, avverrà «negli anni successivi». Sono queste le indicazioni emerse dal resoconto della riunione dei governatori di fine aprile. Christine Lagarde aveva annunciato: «Siamo assolutamente pronti a incrementare l'entità del Pepp e ad adeguarne la composizione, nella misura necessaria e finché le circostanze lo richiederanno». Il Pepp è il Pandemic Emergency Purchase Programme deciso a marzo: prevede acquisti di titoli pubblici e privati nel 2020 (per i primi anche oltre il limite tradizionalmente stabilito per ogni paese). Nelle minute viene confermato che la Bce è pronta «ad adeguare il Peep e potenzialmente altri strumenti se vedesse che la scala dello stimolo non è all'altezza di quanto necessario». Appuntamento fra due settimane per rifare il punto della situazione sulla base delle nuove proiezioni macroeconomiche. Le ultime indicavano una caduta del Pil quest'anno tra il 5 e il 12%. C'è pessimismo: «Sta aumentando il risparmio precauzionale, se i consumatori non riprendono rapidamente fiducia dopo la revoca delle misure di contenimento, c'è il rischio che la domanda resti depressa». Quanto all'inflazione, si sottolinea che «dall'inizio della pandemia la probabilità che l'inflazione sia inferiore a zero, o inferiore all'1%, sia aumentata sostanzialmente, indicando un rischio significativo di deflazione o di inflazione molto bassa nella prossimi anni». Ad aprile era 0,4% quando a marzo era ancora lo 0,7 per cento.
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Le minute Bce «rafforzano il messaggio secondo cui il consiglio è pronto a fornire ulteriore stimolo monetario, date le preoccupazioni sulla natura dirompente della crisi», commenta l'economista Oliver Rakau di Oxford Economics. Analisti di mercato indicano che la Bce potrebbe aumentare il programma di 500 miliardi. Oxford Economics scommette su una doppia mossa a giugno e settembre da 250 miliardi l'una con in prolungamento del Pepp oltre il 2020. Ai ritmi attuali di acquisti esaurirebbe le munizioni in autunno. La sentenza della Corte costituzionale tedesca che ha contestato gli acquisti di titoli sovrani da parte della Bce (non quelli del programma antipandemia) è successiva all'ultima riunione dei governatori, tuttavia non è senza significato che ieri la Bundesbank abbia evidenziato che quelle operazioni hanno aumentato produzione, prestiti bancari e inflazione in Germania, Francia, Italia e Spagna (in Germania e in Italia di circa il 2,5% in 4anni e del 3,2% in Spagna). Per l'inflazione l'aumento è stato del 2% in Spagna, dell'1% in Germania e Francia (in Italia sostanzialmente nullo).
Il capoeconomista della Bce, Philip Lane, mette in luce l'importanza del ruolo dei governi: «Da sole le banche centrali possono fare fino a un certo punto, le politiche di bilancio devono giocare un ruolo decisivo». La Bce è tra i più convinti sostenitori del Recovery Fund: mercoledì si conoscerà la proposta della Commissione. Morgan Stanley ritiene «sarà in linea con la proposta franco-tedesca di 500 miliardi per sovvenzioni». Tenendo conto del peso del turismo, calcola che l'Italia potrebbe avere fino a 150 miliardi, la Spagna 115, la Grecia 25, il Portogallo 22.
Antonio Pollio Salimbeni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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