Il Fmi: «Crescita forte ma ci sono nuovi rischi»

Martedì 23 Gennaio 2018
Il Fmi: «Crescita forte ma ci sono nuovi rischi»
IL VERTICE
ROMA L'economia mondiale va bene, anche oltre quanto previsto, e continuerà a correre quest'anno e il prossimo. Sono più che positive le previsioni e le valutazioni del Fondo monetario internazionale nell'aggiornamento del World Economic Outlook, presentato al Forum di Davos: sia per quanto riguarda la crescita mondiale, sia nello specifico per il nostro Paese. Ma il Fondo vede anche nel medio termine rischi che potrebbero compromettere questo quadro. E tra i fattori da tenere d'occhio c'è anche l'incertezza geopolitica a cui concorrono anche una serie di appuntamenti elettorali: con Brasile, Messico e Colombia viene citata anche l'Italia.
CONSOLIDAMENTO
A livello globale è prevista una crescita pari al 3,9 per cento sia per il 2018 che per il 2019: in entrambi i casi la revisione verso l'alto è dello 0,2 per cento. Per l'area euro le stime si assestano rispettivamente +2 e +2,2, con un progresso dello 0,3 per cento; per il nostro Paese - che dovrebbe aver chiuso il 2017 a +1,6 per cento viene stimato un +1,4 nel 2018 e un +1,1 l'anno successivo, mentre lo scorso autunno la sequenza era +1,1 e +0,9. Insomma questa ripresa globale sincronizzata, salutata come la più larga dal 2010 in poi, si consolida. Tra i fattori che potranno avere un impatto favorevole c'è anche la riforma fiscale voluta negli Stati Uniti dal presidente Trump, che nel breve periodo stimolerà l'attività economica inducendo le imprese a trasformare in maggiori investimenti i risparmi ottenuti sul fronte della tassazione.
Nell'area euro, Italia, Germania e Olanda sono i Paesi nei quali l'andamento del Pil si è mostrato negli ultimi mesi in accelerazione, grazie sia alla domanda interna che alle esportazioni. Al contrario la Spagna, che viaggiava ad una velocità superiore al suo potenziale, vede le stime leggermente ritoccate verso il basso per i possibili effetti dell'incertezza politica sul clima di fiducia.
Quali sono i fattori di rischio nel medio periodo? Una possibile stretta monetaria, dopo un lungo periodo di condizioni favorevolissime: se in Europa la Bce ha promesso di mantenere i tassi all'attuale livello pur iniziando a ridurre la portata del Quatitative easing, negli Stati Uniti la Fed potrebbe decidere di accelerare il ritmo dei rialzi e il manifestarsi di un'inflazione più forte potrebbe indurre una correzione sui mercati finanziari. Un impatto negativo si potrebbe avere anche sul fronte del commercio, visto che vari accordi internazionali come il Nafta sono in via di rinegoziazione. E poi ci sono da considerare gli elementi di incertezza geopolitica, che comprendono anche l'esito incerto di alcune tornate elettorali.
RIFORME
Più in generale, la direttrice del Fondo Christine Lagarde ha voluto avvertire che la ripresa in corso per quanto forte è «prevalentemente ciclica» e dunque ha bisogno di essere alimentata da riforme. L'immagine usata è quella del tetto da riparare «finché splende il sole». Tra le «riparazioni» da mettere in atto, Lagarde, in linea con il titolo del summit di Davos («Creare un futuro condiviso in un mondo frammentato») cita appunto la «crescita condivisa» che concretamente vuol dire ridurre il debito nei Paesi dove è ancora troppo alto e altrove spingere sugli investimenti in infrastrutture e sulla spesa sociale. Ma ci sono anche sfide da vincere: come quella di uno sviluppo che sia «inclusivo» in grado di ridurre le diseguaglianze e ad esempio riqualificando i lavoratori spiazzati dall'avanzata dei robot e quella della «responsabilità globale che dovrebbe tradursi in cooperazione internazionale su temi quali la lotta alla corruzione e all'evasione fiscale e la minaccia del cambiamento climatico.
Luca Cifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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