Dagli affitti alle farmacie, cambia il decreto Crescita

Sabato 18 Maggio 2019
LE MISURE
ROMA Maxi-sconti per chi acquista una casa per riaffittarla o ristrutturarla profondamente. Stop alle catene che inglobano le piccole farmacie. Detrazioni per l'agricoltura e per l'impianto di nuovi alberi dopo le devastazioni di novembre scorso. Norme per arginare la fuga dei cervelli e bonus fiscali per attrarre in Italia i pensionati. Ulteriori modifiche alla trasformazioni delle banche popolari in Spa e per favorire le operazioni di aggregazione fra istituti di credito. E ancora, incentivi alle rinnovabili e alla mobilità elettrica. Dopo le modifiche annunciate soprattutto dalla Lega al capitolo fiscale, con la riapertura della rottamazione, il rafforzamento del taglio Ires e del superammortamento, oltre alla maggiorazione della deducibilità dell'Imu sui capannoni (fino al 100%), la lunga lista di emendamenti al decreto crescita rende il provvedimento un omnibus sempre più ricco di dettagli. Anche se naturalmente si tratta in buona parte di correzioni che non sono destinate a diventare legge: sarà il governo a tirare le somme, nei prossimi giorni o più probabilmente dopo il voto europeo, anche tenendo conto delle compatibilità finanziarie.
La maggioranza ha presentato proposte che arrivano persino alla lotta ai cinghiali, ma per ora sembra aver rinviato la battaglia sul Salva Roma, tema di scontro diretto in consiglio dei ministri solo poche settimane fa.
Nell'attesa spuntano comunque molte novità. Il M5S propone di estendere l'ecobonus previsto nella legge di bilancio anche alle macchinette (tricicli o quadricicli) elettriche o ibride che si vedono in giro per le grandi città. La Lega pensa invece a maxisconti fiscali per chi acquista casa (presumibilmente una seconda o terza) per riaffittarla o ristrutturarla con interventi di carattere straordinario. In questo caso l'Iva passerebbe dal 9 al 4,5% e sarebbero riconosciute anche le detrazioni al 19% per i mutui al momento limitate alla prima casa. Appannaggio della Lega è anche il capitolo banche, con l'innalzamento da 8 a 30 miliardi del tetto di attivi sotto il quale evitare la trasformazione delle popolari in Spa e la possibilità di trasformare le attività fiscali differite (Dta) in credito di imposta in caso di aggregazione.
I Cinquestelle ci riprovano invece con i limiti alle farmacie in mano alle grandi catene, dopo i tentativi falliti nelle legge di bilancio e nel decreto semplificazioni. In questo caso si propone che le società di capitali possano possedere «non più del 5 per cento delle farmacie esistenti nel territorio di un medesimo comune e comunque non più del 10 per cento delle stesse su base nazionale»
Controlli in vista infine per gli Intercity di Trenitalia su cui si richiede un'azione di monitoraggio e di verifica «anche mediante ricorso a terzi».
L. Ram.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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