Crediti deteriorati, la Bce valuterà banca per banca

Giovedì 12 Luglio 2018
CREDITO
ROMA. «Prudenza, persistenza, pazienza». Le famose tre P con cui Mario Draghi ha descritto le linee di politica monetaria si adattano bene anche a come la Bce, dopo mesi di negoziato, ha deciso di procedere sui crediti deteriorati, quegli Npl tallone d'Achille delle banche italiane e del Sud Europa su cui la stretta di Francoforte alla fine è arrivata, ma in formula di compromesso che trova il plauso di Bankitalia.
La Vigilanza bancaria che fa capo alla Bce «formulerà aspettative di vigilanza riguardo ai relativi accantonamenti a livello di singola banca», si legge in una nota di Francoforte. «Le aspettative definite a livello di singola banca tengono conto, in modo coerente tra enti comparabili, dell'attuale incidenza degli Npl per la banca in oggetto e delle principali caratteristiche della sua situazione finanziaria». Quella che doveva essere una stretta generalizzata sui crediti in default, fissando una tempistica e paletti precisi per tutte le banche, diventa una stretta che si baserà su «aspettative di vigilanza». Che guarderanno sì a quanti crediti cattivi hanno le aziende creditizie - un fardello di poco meno di 200 miliardi di euro per quelle italiane, il livello più alto nell'Eurozona - ma anche alla loro «situazione finanziaria». Con tale espressione si intende la loro «capacità» di darsi le coperture necessarie ad affrontare il rispettivo buco nell'esposizione. Un approccio più morbido, dunque, e che vedrà in qualche modo la Bce negoziare con i singoli istituti gli obiettivi di riduzione e la relativa tempistica. Utilizzando un parametro di riferimento che non sarà più lo stesso per tutte, ma si applicherà per gruppi di banche omogenee.
Quelle italiane si salvano così dal rischio di un approccio uguale per tutti, che avrebbe messo in serie difficoltà istituti che faticano a trovare capitale. E che nonostante le garanzie pubbliche rinnovate per altri sei mesi dal ministero dell'Economia devono operare pesanti svalutazioni in bilanci nel vendere i loro crediti deteriorati, i cui prezzi viaggiano al 20% del prestito concesso. Non a caso anche Bankitalia, in altre occasioni non sempre in sintonia con la Bce, giudica il compromesso «un punto di incontro soddisfacente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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