Crac Acc, scontro tra inquirenti sull'inchiesta

Giovedì 10 Maggio 2018
IL CASO
BELLUNO Secondo la Procura Generale di Trieste, occorre proseguire l'inchiesta sul tracollo di Acc Compressors, anche se la Procura della Repubblica di Pordenone ne ha chiesto l'archiviazione. A cinque anni dalla dichiarazione di insolvenza dell'azienda di Mel, finita in amministrazione straordinaria con un dissesto di 450 milioni di euro, un'improvvisa svolta giudiziaria sembra incoraggiare la battaglia degli enti locali e delle rappresentanze sindacali per l'accertamento delle responsabilità. Il colpo di scena è maturato ieri all'interno del Tribunale friulano, competente rispetto alla storica sede legale della ditta fin dai tempi della gestione Zanussi-Electrolux, mentre all'esterno era in corso una manifestazione dei sindaci e dei lavoratori a sostegno del commissario Maurizio Castro.
L'UDIENZA
Il giudice per le indagini preliminari Monica Biasutti era chiamata a pronunciarsi sull'opposizione (presentata dall'avvocato Marcello Elia per conto di Castro) all'istanza di archiviazione (formulata dal procuratore Raffaele Tito) del fascicolo aperto a carico degli ex amministratori Luca Amedeo Ramella, Paolo Pecorella e Fausto Cosi. Un rischio di stop che, negli ultimi quattro mesi, aveva scatenato una trasversale sollevazione politico-istituzionale dai Comuni al Parlamento, passando per le Province e la Regione, secondo cui «l'impunità sarebbe una beffa atroce per le comunità territoriali coinvolte», non foss'altro perché l'importo del crac era sostanzialmente equivalente ai 1.050 miliardi di lire a suo tempo destinati alla ricostruzione del dopo-Vajont ed in parte utilizzati proprio per la costruzione dello stabilimento bellunese, rilevato nel 2014 dal colosso cinese Wanbao. Malgrado la contrarietà degli avvocati Bruno Malattia e Luigi Panella, difensori dell'ex presidente Ramella, il gip ha ammesso la lunga e articolata nota trasmessa il giorno prima dal sostituto procuratore generale Paola Cameran, che evidenzia una dettagliata serie di «lacune investigative», si rimette alla valutazione del giudice e, in caso di proroga delle indagini ed eventuale inerzia, non esclude di avocare a sé l'inchiesta. Per consentire il deposito di memorie difensive, l'udienza è stata aggiornata al prossimo 6 giugno.
I COMPENSI
Per la Procura Generale, sono almeno tre i fronti su cui la Procura della Repubblica deve continuare ad indagare, per verificare l'ipotesi di bancarotta preferenziale o per distrazione. Il primo è connesso ai compensi erogati a favore di AlixPartners, società di consulenza a cui i fondi speculativi proprietari avevano affidato la gestione della fabbrica, nel periodo di crisi finanziaria. Il riferimento è al «conflitto di interessi» a carico di Ramella, al tempo stesso amministratore delegato di Acc e managing director di AlixPartners: il pagamento preferenziale del Ramella-consulente da parte del Ramella-presidente «avrebbe costituito un disincentivo alla via concorsuale, ingiustamente procrastinata». Trieste ritiene che Pordenone abbia sbagliato a non esaminare i documenti contenuti nel computer del manager e a fermarsi al fatto che Ramella non è mai stato remunerato come amministratore di Acc, in quanto «dal 2008 vennero fatturati dalla società di consulenza compensi per 11.645.000 di euro all'intero gruppo, di cui più della metà negli ultimi due anni».
GLI ALTRI FILONI
Il secondo filone riguarda l'azzeramento del credito pari a 18.036.000 euro vantato dalla controllata Acc nei confronti della controllante Hch, per effetto del trasferimento di tutte le attività e passività ricomprese nel ramo d'azienda Acc dalla società capogruppo. «Il marchio è stato completamente svalutato, da euro 27.000.000 a zero, nell'arco di un anno», ma la mancata comunicazione del dato al perito incaricato di stimare il conferimento «ha presumibilmente cagionato o quantomeno concorso a cagionare il dissesto». Il terzo profilo concerne presunti trasferimenti di liquidità, non accompagnati da vantaggi compensativi, all'interno del gruppo: «Grazie al meccanismo di cash pooling, Hch avrebbe attinto a risorse di Acc Compressors al fine di pagare debiti propri, così sottraendo risorse alla controllata».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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