Cgia: tagli e tasse, poveri in aumento

Domenica 25 Marzo 2018
Cgia: tagli e tasse, poveri in aumento
LO STUDIO
Troppe tasse e poca spesa sociale hanno fatto balzare il disagio. E la Cgia di Mestre denuncia: 18 milioni di persone a rischio di povertà in Italia e anche moltissimi veneti e friulani potrebbero finire nel baratro. Il rischio di esclusione sociale, analizza il centro studi degli artigiani, è salito anche in Veneto, che rimane sempre una delle oasi felici (17. a livello nazionale nella classifica del disagio) ma con la popolazione a rischio in crescita dell'1,9% dal 2006 al 2016, sull'orlo del baratro il 17,9% degli abitanti della regione, 870mila persone. E il presidente della Regione Luca Zaia attacca i tagli alla spesa sociale e avverte: «Non tartassare gli italiani per falsi profughi». In Friuli Venezia Giulia la situazione sembra invece essere migliorata, con la popolazione a rischio povertà scesa dal 18,8% del 2006 al 17,1% del 2016, quasi 210mila persone.
Dopo le analisi impietose della Banca d'Italia, anche il centro studi degli artigiani di Mestre analizza la situazione sociale del Paese e lo fa in un momento delicatissimo che ha messo il tema del reddito di cittadinanza al centro del dibattito politico.
COLPA DELL'AUSTERITÁ
Per la Cgia di Mestre due sono i responsabili di questa situazione: tasse record nella Ue e una spesa sociale tra le più basse d'Europa. Il dito degli artigiani viene puntato contro le politiche Ue: «Alla gran parte dei Paesi mediterranei sono state imposte una serie di misure economiche di austerità e di rigore volte a mettere in sicurezza i conti pubblici. In via generale questa operazione è stata perseguita attraverso uno smisurato aumento delle tasse, una fortissima contrazione degli investimenti pubblici e un corrispondente taglio del welfare state». «Da un punto di vista sociale fa sapere il coordinatore dell'ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - il risultato ottenuto è stato drammatico: in Italia, ad esempio, la disoccupazione continua a rimanere sopra l'11%, mentre prima delle crisi era al 6%. Gli investimenti, inoltre, sono scesi di oltre 20 punti percentuali e il rischio povertà ed esclusione sociale ha toccato livelli allarmanti, il 30% della popolazione, 18 milioni di persone, tre milioni in più sul 2006. In Sicilia, Campania e Calabria praticamente un cittadino su 2 si trova in una condizione di grave deprivazione. E nonostante i sacrifici, il nostro rapporto debito/Pil è aumentato di oltre 30 punti». Il presidente della Regione Luca Zaia punta il dito sui tagli alla spesa sociale: «I dati angoscianti resi noti dalla Cgia confermano chiaramente quello che andiamo dicendo da sempre: non è accettabile uno Stato che stenda tappeti rossi per far favorire l'entrata di migranti economici, che profughi certo non sono, a danno dei propri cittadini, che si stanno purtroppo scoprendo i veri rifugiati nella terra in cui sono nati. Otto su dieci immigrati che entrano a casa nostra non sono persone che scappano da guerre o disastri - prosegue Zaia -, sono sedicenti profughi che vengono mantenuti con quelle risorse rastrellate attraverso una fiscalità efferata, applicata brutalmente alle nostre famiglie e imprese. Come si può continuare a sacrificare la vita degli italiani per pagare una costosa accoglienza a chi finge di essere quello che non è, un rifugiato?. Speriamo che la nuova compagine governativa finalmente decida di cambiare radicalmente questa assurda e inaccettabile situazione».
PRESSIONE TRIBUTARIA
Secondo la Cgia in Italia la pressione tributaria (il peso solo di imposte, tasse e tributi sul Pil) si attesta al 29,6% nel 2016, da record. La Francia ha un carico del 29,1%, Austria al 27,4%, Germania del 23,4% e Spagna del 22,1%. Al netto della spesa pensionistica, il costo della spesa sociale sul Pil (disoccupazione, invalidità, casa, maternità, sanità, assistenza) invece si è attestato all'11,9%. Tra i principali Paesi Ue, solo la Spagna ha registrato una quota inferiore: 11,3% del Pil, ma ha una pressione tributaria più bassa di 7,5 punti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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