Cappelleri su BpVi: l'inchiesta iniziò prima delle denunce di Banca d'Italia

Martedì 21 Novembre 2017
Cappelleri su BpVi: l'inchiesta iniziò prima delle denunce di Banca d'Italia
L'INCHIESTA
VENEZIA L'inchiesta della Procura di Vicenza sulla Popolare iniziò nella primavera del 2015, ben prima della denuncia di Banca d'Italia. E il sequestro preventivo per i beni di Gianni Zonin è ancora possibile. Il Procuratore Capo di Vicenza Antonino Cappelleri risponde con una lettera puntuale ai quesiti posti in commissione bicamerale dal senatore 5 stelle Gianni Girotto. E getta nuova luce sull'inchiesta durata due anni che ha coinvolto il gruppo che attraverso Banca Nuova gestiva anche conti dei servizi segreti italiani (è di questi giorni il sequestro di materiale da parte della Gdf ai giornalisti che hanno rivelato i rapporti riservati).
ESPOSTI DI SOCI E ADUSBEF
Cappelleri nella sua nota ricorda come l'inchiesta dei sostituti Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori abbia preso avvio dopo gli esposti dell'Adusbef, dei soci Giordano Lain e Maurizio Dalla Grana e da un'informativa della Gdf di Vicenza del 7 aprile 2015. Nel giugno di due anni fa vengono indagati per i reati di aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza l'allora presidente Gianni Zonin, l'ex dg Samuele Sorato, l'ex vice Emanuele Giustini e altri. La denuncia della Banca d'Italia presentata per conto della Bce è del 7 settembre 2016. Quella della Banca d'Italia è del 17 novembre 2016. Prima era arrivata la Consob: 15 maggio 2016. Cappelleri poi descrive l'attività di indagine sull'ispezione Bankitalia del 2012, attuata anche con intercettazioni telefoniche sugli ispettori di quella verifica Giampaolo Scardone e Gennaro Sansone, sentiti come testimoni. Scardone, «pur confermando che nel corso dell'ispezione non erano emersi finanziamenti correlati all'acquisto di azioni BpVi, ammetteva che, invero, la posizione Cattaneo/Luisetto presentava elementi interpretabili» come delle baciate. Sansone va più in là: «Ribadendo che nel corso dell'ispezione del 2012 non erano emerse operazioni correlate, dichiarava che in effetti le posizioni Cattaneo/Luisetto, Tesoro ed Elan (rispetto alle quali, in base alle email esibite, prendeva atto che erano state oggetto di specifico esame durante la verifica ispettiva 2012) erano caratterizzate da finanziamenti correlati all'acquisto di azioni BpVi... ma precisava tuttavia di non ricordare alcunché rispetto agli accertamenti compiuti durante l'ispezione relativamente alle medesime». Scardone poi aggiungeva che all'epoca non c'era sensibilità sul tema dei finanziamenti correlati all'acquisto di azioni da parte della Vigilanza e che nel caso specifico dell'ispezione presso BpVi del 2012 si trattava di un'ispezione sul rischio credito ed ogni elemento è stato valutato in quest'ottica».
BCE INTRALCIATA
La Bce nel 2015 invece cercava proprio le baciate ma era stata intralciata «sino all'uscita dei dirigenti Sorato, Giustini e Andrea Piazzetta (altro ex vice direttore sotto inchiesta, n.d.r.)». Il responsabile della Divisione Crediti BpVi Alessandro Balboni ammette ai magistrati che esistevano anche precise indicazioni della dirigenza su come evitare di fare ammissioni alla Bce e giustificare creditiziamente le operazioni.
Cappelleri spiega anche i sequestri non attuati. «L'aggressione diretta dei beni del Zonin sotto il profilo del sequestro preventivo, tuttora astrattamente possibile e - ritengo non impedita dalla fittizia intestazione a terzi, dovrà però avvalersi di un livello probatorio sufficiente anche in ordine alla previa quantificabilità del profitto ricavato (dalla banca) per i fatti di cui ai capi d'accusa ascritti a questo imputato». Csppelleri poi ricorda che contro la banca «era stato chiesto un sequestro preventivo per 106 milioni ... che avrebbe potuto essere finalizzato al ristoro dei danni. Subordinatamente , nello stesso contesto, era stato chiesto il sequestro per equivalente nei confronti dei beni del direttore generale Samuele Sorato». Azione poi stoppata dal gip di Vicenza. Smontata seccamente anche l'accusa di trattamento con i guanti per Zonin rispetto all'inchiesta su Veneto Banca: l'autorità giudiziaria di Roma ha agito contro l'ex direttore Consoli come Vicenza voleva agire contro Sorato.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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