BpVi, Sorato per ora esce dal processo

Domenica 28 Gennaio 2018
BpVi, Sorato per ora esce dal processo
L'UDIENZA
VICENZA Le condizioni di salute di Samuele Sorato, l'ex direttore generale e Ad della Banca Popolare di Vicenza, pongono una pesante incognita sullo sviluppo del processo per il crac dell'istituto di credito veneto appena avviato nel capoluogo berico. Di fatto, il dibattimento deve ancora iniziare proprio perché le prime due udienze sono state occupate sia dalle procedure burocratiche di ammissione delle parti in causa, che sono migliaia, ma soprattutto dalla definizione delle possibilità di Sorato di far parte del processo. Il suo avocato, Fabio Pinelli, la scorsa settimana aveva presentato una perizia che evidenziava un quadro clinico complesso: e ieri il gup del tribunale di Vicenza, Roberto Venditti, ha confermato la situazione conferendo sei mesi di tempo per capire come evolverà la situazione di salute di Sorato, quindi ha stralciato la sua posizione che verrà riconsiderata in un'udienza fissata per il prossimo 20 settembre.
LE PROVE
Una decisione che potrebbe incidere pesantemente sullo sviluppo del processo. Infatti, in base a quanto è finora emerso dalla documentazione depositata dalla procura al termine delle indagini e dagli stralci di fascicoli divenuti di pubblico dominio, le prove documentali utili a far luce sulle responsabilità individuali dei vertici dell'ex Popolare sono a doppio taglio: se da un lato emergono elementi che sembrano dimostrare che l'ex presidente Gianni Zonin fosse non solo a conoscenza dei dettagli operativi della gestione, ma anche in grado di influenzarla e controllarla, dall'altro quegli stessi elementi evidenziano come anche Zonin abbia personalmente perso alcune decine di milioni con le azioni della banca. E infatti i legali dell'ex presidente non hanno mancato di evidenziare l'apparente contraddizione: se davvero faceva tutto lui, possibile che abbia agito contro i propri interessi? «Non ho mai avuto deleghe operative, di queste e di altre cose se ne occupavano i manager» è in sintesi la posizione di Zonin.
La posizione di Sorato è ovviamente opposta: significativa in questo contesto una dichiarazione che compare agli atti dell'interrogatorio all'ex Dg del 6 aprile del 2016, nella quale spiegava di aver appreso per la prima volta dell'espressione operazioni baciate nel corso dell'ispezione della Bce del 2015: «Ritengo che Zonin in realtà mi abbia chiesto di lasciare la banca non già per il bene dell'istituto ma per un proprio interesse personale, ovvero per scaricarmi addosso le responsabilità evidenziate con il rapporto ispettivo dell'Audit in merito al capitale finanziato».
LA SFIDA
Un assaggio del confronto-scontro che potrebbe non accendersi mai posto lo stralcio per le condizioni di salute di Sorato. Tenuto conto che è nel dibattimento che si raccolgono le prove nel rispetto del contraddittorio tra le parti, non verrebbe approfondito quello che è il vero cuore del problema: chi comandava veramente in Popolare Vicenza? Appare quindi sempre più chiaro che solo il confronto in dibattimento tra le varie posizioni potrebbe chiarire quali sono le responsabilità e in capo a chi. Ma venendo meno - per ora - uno degli attori principali, il rischio di un processo zoppo è dietro l'angolo.
LE PARTI
In attesa che le condizioni di salute di Sorato migliorino, il processo nell'udienza di ieri ha affrontato ancora il tema della possibilità di presentare istanze di costituzione di ulteriori parti civili, il cui numero complessivo è poco più di 5 mila. Il gup ha deciso di chiudere la lista. Tra le eccezioni presentate dai difensori degli imputati c'è quella di escludere dal processo alcune associazioni di soci come ad esempio quella denominata Noi che credevamo nella BpVi, guidata da Luigi Ugone perché sostengono si sia formata dopo l'apertura dell'inchiesta. «Non ci siamo costituiti ad hoc - è la replica di Ugone - ma proprio per fare pressione affinché si celebrasse il processo». Per il filone principale - a carico, oltre che di Zonin, dell'allora consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto, degli ex vicedirettori Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, e del dirigente Massimiliano Pellegrini - la decisione del gup sulle parti civili potrebbe arrivare sabato prossimo, 3 gennaio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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