LA STORIA/1
Più di 4500 chilometri, facendo tappa in 10 regioni (Veneto,

Domenica 14 Giugno 2020
LA STORIA/1 Più di 4500 chilometri, facendo tappa in 10 regioni (Veneto,
LA STORIA/1
Più di 4500 chilometri, facendo tappa in 10 regioni (Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Sicilia, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Umbria, Emilia Romagna) per consegnare oltre 50 mila mascherine a ospedali e Centri per disabili. Già solo questi sintetici dati potrebbero offrire una nitida immagine dello spessore di Mask to ride, l'iniziativa ideata e realizzata da sette sognatori (copyright Nicola Barchet). Se, però, si gratta un po' sotto l'apparenza, si scopre subito che c'è molto, molto di più. «La consegna delle mascherine è stata un pretesto. Difatti - commentava Alvaro Dal Farra - per questo poteva bastare una spedizione a mezzo corriere. Il nostro obiettivo, in realtà, era diverso; volevamo entrare in contatto con chi deve confrontarsi con problemi e difficoltà; e con coloro - medici, educatori, operatori, famiglie - che lavorano a diretto contatto con i disabili». Un progetto ambizioso... «Confesso che, alla partenza, i dubbi sulla riuscita erano davvero tanti. Poi, tappa dopo tappa, incontro dopo incontro, i sorrisi, le risposte, le emozioni e l'affetto che percepivamo hanno rapidamente diradato i dubbi e le incertezze. Fino a dissolverli completamente».
LA SQUADRA
Una squadra ben assortita (con Dal Farra e Barchet, anche Mattia Cattapan, Angela Lanotte, Christian Tasso, Christopher Breda e - lontano ma presente al telefono - Oscar De Pellegrin) quella che mercoledì 3 aveva iniziato l'avventura dal Centro disabilità di Cusighe, a Belluno. «Un gruppo di persone - questa l'analisi di Barchet, presidente di Giesse che ha investito decine di migliaia di euro nell'iniziativa - che ha inteso mettere a disposizione le proprie capacità e le proprie esperienze nel creare eventi. Sicché da subito ci siamo resi conto che tutti puntavamo alla condivisione; scoprendo che riuscivamo a ottenere riscontri incredibili. E a toccare con mano che i disabili - il 15 per cento della popolazione mondiale - alla prova dei fatti sono i più forti, i più tenaci, i più combattivi». Anche nell'affrontare il confinamento Covid? «Certo. La pandemia rappresentava (e rappresenta) solo un altro intoppo da affrontare con lo spirito di sempre: le difficoltà sono un banco di prova per crescere; per spostare un po' più avanti i propri obiettivi». Approccio che non è così diffuso tra i normali. «Diciamoci la verità. Questa è la società dell'opulenza ed è convinzione diffusa che tutto sia dovuto. Compresa una sorta di immortalità. Sicché siamo arrivati al punto che, per la paura della morte, non riusciamo a vivere la nostra vita. Ecco: se l'85 per cento dei normali provasse a condividere le esperienze del 15 per cento di disabili, probabilmente ne deriverebbe un mondo migliore». Quanto al viaggio, «a Roma abbiamo avuto difficoltà a entrare in un Centro. Regole, norme, interpretazioni, dubbi, remore e via dicendo. Così, fatta la consegna, il nostro spettacolo lo abbiamo fatto in strada. Ci crederesti? La gente si è affacciata alle finestre per applaudire. Forse non tutto è perduto».
SENZA OSTACOLI
Il viaggio è stato portato a termine con due furgoni, uno dei quali guidato - dall'inizio alla fine - da Cattapan, pilota padovano di moto costretto alla carrozzina da un incidente in gara. «Mi sono divertito anche perché ho potuto dimostrare, una volta di più, che la disabilità non è un ostacolo insormontabile. E che, impegnandosi, si può riuscire a fare tanto». È stata un'iniziativa nata dai privati, visto che il pubblico - anche questa volta - non brillava per l'attenzione a questo settore. «Siamo, però, davvero contenti - chiosava Oscar De Pellegrin - perché i sorrisi, il calore, l'affetto che ricevuto è il miglior riscontro». A Sedico, dove Dal Farra e Cattapan hanno offerto un saggio delle loro abilità con le moto e il triride (triciclo elettrico con quale Mattia fa letteralmente di tutto), molta gente stregata dall'evento. Nel suo indirizzo di saluto, Stefano Deon, il sindaco di Sedico, ha ringraziato organizzatori e presenti. «Un momento di condivisione che permette di trarre forza per affrontare questa difficile contingenza». Al termine - dopo aver ricordato che, magari, gli echi filmati del viaggio potrebbero diventare un film - c'è stata - secondo il copione dell'iniziativa - la consegna delle mascherine a Società Nuova, Asilo di Bribano, Assi onlus, Aipd, Associazione Conz e Cooperativa Blister.
Silvano Cavallet
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