IL LIBRO
Pioveva a dirotto quella sera di novembre del 1883: comincia così

Domenica 24 Gennaio 2021
IL LIBRO Pioveva a dirotto quella sera di novembre del 1883: comincia così
IL LIBRO
Pioveva a dirotto quella sera di novembre del 1883: comincia così il racconto di un paesino del Polesine che parte dai primi anni del Regno d'Italia per terminare con la Repubblica alla fine del secolo scorso. Il libro, Il seme della solitudine (Albatros Editore, in tutte le librerie dalla fine del 2020), è di un rodigino appassionato di cultura, Giuliano Visentin, per oltre tre decenni docente di Storia e Letteratura Italiana. La vicenda attraversa anni cruciali per la storia del nostro Paese, perché ritrae cambiamenti e stravolgimenti che chiudono il XIX e avviano il XX secolo. I personaggi principali vivono un'oppressione di tipo sociale ma anche culturale, subiscono ingiustizie e soffrono; anche quando si verificano i moti di protesta però tendono a rimanerne estranei, passivi.
DOCENTE DI STORIA
Scorrendo le pagine si leggono situazioni diverse di insostenibili difficoltà, di povertà ma anche di emigrazione, che nella seconda metà dell'800 fu un fenomeno di enormi proporzioni in Italia. La solitudine che coglie alcuni dei protagonisti viene attenuata per un po' attraverso un'adozione, che tuttavia porterà con sé altre difficoltà e che aprirà la strada a ulteriori intrecci, che si snoderanno fino alla Prima Guerra Mondiale. La storia italiana e mondiale si intreccia con le vite dei personaggi che vengono coinvolti ed emarginati al tempo stesso dagli eventi importanti e tragici che scuotono questo periodo. Attraverso le loro storie Giuliano Visentin, con uno stile ormai caratteristico della sua espressività vuole coinvolgere il lettore attraverso una riflessione culturale e con una profonda attenzione alla società su temi importanti: dalla giustizia alla religione, dal significato di umanità ai valori su cui sia legittimo fondare l'esistenza e la società, sulla fondamentale importanza della cultura come unico strumento di libertà e coscienza critica personale e di un Paese.
Sofia Teresa Bisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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