«Sembrava difficile a giugno, quando non si sapeva come affrontare l'estate,

Venerdì 4 Dicembre 2020
«Sembrava difficile a giugno, quando non si sapeva come affrontare l'estate, ma non era nulla rispetto ad ora. Adesso la situazione è davvero tragica. Diversi nostri hotel non apriranno, per queste festività di dicembre, e forze nemmeno dopo, a gennaio». L'albergatrice ampezzana Roberta Alverà presiede l'associazione di categoria di Cortina e raccoglie le lamentazioni degli associati, alla lettura delle nuove disposizioni governative sul turismo in montagna: «Con questo modo di fare, con la continua incertezza, con decisioni prive di buon senso, i governanti stanno spegnendo tutta l'economia montana. Non è questione di un cenone o di una sciata, come si dice talvolta, in maniera semplicistica: dietro a tutto questo c'è un'economia fragile, che si regge su un solo prodotto. Ci sono migliaia di famiglie, ci sono lavoratori stagionali che non avranno lo stipendio, l'unica loro fonte di sostentamento. Quassù non siamo tutti ricchi, come qualcuno crede». Nell'esaminare il dettaglio delle ultime disposizioni la presidente Alverà aggiunge: «Sino all'ultimo ho sperato che prevalesse il senso di responsabilità, invece ora assisto a decisioni assurde. Trovo folle consentire che gli alberghi aprano, ma bloccando gli spostamenti fra le regioni. C'è poi la questione del cenone di Capodanno che è inconcepibile. Avrebbero potuto e dovuto disporre diversamente. Sarebbe bastato un limite di orario, così da consentire agli ospiti di cenare normalmente in sala, senza la necessità di organizzare l'albergo per portare il cibo nelle stanze. Avrebbero dovuto permettere alla gente di mangiare nello stesso posto in cui consumerà il pranzo del 31 dicembre e anche quello del 1 gennaio». Le difficoltà da affrontare nelle prossime settimane, fra l'Immacolata, Natale, Capodanno e l'Epifania, non saranno le uniche, per un settore in crisi: «Ci vorrebbe buon senso e coraggio, da parte di chi decide. Il coraggio di chiudere tutto e di erogare adeguati ristori. Invece pare che aprano, che concedano spazi, ma invece di fatto bloccano il nostro lavoro. Chi riuscirà ad aprire, lo farà con il personale ridotto al minimo. Inoltre chi non aprirà per le feste, difficilmente potrà cominciare la stagione con il nuovo anno, dopo il 10 gennaio».
Marco Dibona
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