Salario minimo, sul tavolo l'ipotesi di un credito d'imposta alle imprese

Domenica 14 Luglio 2019
IL PROGETTO
ROMA Un peso e un contrappeso. L'introduzione del salario minimo legale in Italia andrà di pari passo con l'introduzione di una sorta di indennizzo per le imprese che dovranno sostenere maggiori costi legati ad una paga oraria di base introdotta per legge. Il paletto messo dalla Lega al progetto caro al Movimento Cinque Stelle è questo. Anche perché, come evidenziato nelle simulazioni contenute in un documento dell'Inapp, l'Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche, un ente pubblico di ricerca vigilato dal ministero del lavoro, «qualunque sia il livello di fissazione del salario minimo orario questo inciderebbe in modo particolare su imprese piccole e piccolissime nel Mezzogiorno, tipicamente a conduzione familiare e caratterizzate da una forte competizione sui costi». Anche in virtù della relazione stretta con i propri dipendenti, ha spiegato l'Inapp, «si può ipotizzare che un innalzamento del costo del lavoro non si traduca in una dismissione di manodopera, ma piuttosto in una riduzione o sotto-dichiarazione delle ore lavorate».
I PALETTI
Il sottosegretario al lavoro, il leghista Claudio Durigon, ha spiegato che il salario minimo si farà solo se sarà «a costo zero per le imprese». La misura, insomma, dovrebbe essere legata ai progetti di taglio del cuneo fiscale. Un'ipotesi è anche quella di concedere un credito di imposta alle sole imprese che vedranno crescere i loro costi per effetto della paga minima oraria. Il punto centrale, però, è la quantificazione di questi costi. Un salario minimo lordo a 9 euro, come previsto dalla proposta di legge dei Cinque Stelle, avrebbe oneri proibitivi. Sempre secondo i calcoli dell'Inapp, i lavoratori beneficiari dell'introduzione di un salario minimo legale a 9 euro orari sarebbero circa 2,6 milioni. Di questi, circa 1,9 milioni di lavoratori a tempo pieno (il 18,4% del totale dei dipendenti a tempo pieno) per un costo di 5,2 miliardi, e circa 680.000 lavoratori a tempo parziale (il 29% del totale dei dipendenti part-time) per un costo di 1,5 miliardi. Il costo totale per le imprese sarebbe, insomma, di 6,7 miliardi di euro. Una cifra troppo elevata se deve essere posta a carico di una manovra finanziaria che ha un menù già decisamente costoso con i 23 miliardi di clausole Iva da disinnescare e l'avvio della Flat tax da finanziare. Le trattative tra Lega e Cinque Stelle starebbero convergendo sull'ipotesi di limitare l'impatto del salario minimo riducendo il livello della paga oraria. Questo taglio, tuttavia, verrebbe fatto lasciando formalmente inalterata la cifra dei 9 euro, ma ricomprendendo al suo interno alcune voci oggi escluse, come il trattamento di fine rapporto, la tredicesima e l'eventuale quattordicesima. Al netto di queste voci, la cifra si avvicinerebbe agli 8 euro. Un livello che, secondo le simulazioni, sarebbe più sostenibile. Sempre secondo i calcoli dell'Inapp, un salario minimo fissato a 8 euro lordi all'ora inciderebbe su 1,2 milioni di lavoratori (il 10,4% dei dipendenti del settore privato non agricolo, esclusi i lavoratori domestici), con un costo per le imprese di 2,7 miliardi di euro. Per fare un esempio pratico, spiega ancora l'Inapp, un tale livello di salario minimo beneficerebbe i lavoratori del settimo livello del contratto del commercio (lavoratori che svolgono mansioni di pulizia o equivalenti), ma non inciderebbe sugli altri livelli di inquadramento. Un compromesso, insomma, più sostenibile. Ma le voci contrarie rispetto al salario minimo continuano a levarsi. «A differenza di molti Paesi europei nei quali vige il salario minimo legale», si legge nell'editoriale del Notiziario sul Mercato del lavoro, la pubblicazione curata dall'Ufficio di supporto agli organi collegiali del Cnel, «l'ordinamento italiano è costruito intorno al principio costituzionale del diritto a una retribuzione che deve essere proporzionata a qualità e quantità del lavoro svolto, e sufficiente a garantire la soddisfazione dei bisogni del lavoratore e della sua famiglia».
A. Bas.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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