Ritrovati gli ultimi dispersi c'è anche la piccola Krystal

Domenica 19 Agosto 2018
LE RICERCHE
GENOVA La notizia arriva quando i funerali stanno per cominciare. Dapprima qualche parola sussurrata all'orecchio tra colleghi, poi la spunta ufficiale nella lista dei vigili del fuoco che da quattro giorni scavano tra la macerie. «Hanno trovato Mirko», è la voce che corre tra gli operai dell'Amiu raccolti attorno alla bara di Bruno Casagrande, l'altro dipendente dell'azienda di smaltimento rifiuti che ha perso la vita nel crollo del ponte Morandi. Mirko Vicini aveva 31 anni e un contratto trimestrale appena firmato che lo rendeva felice dopo mesi di disoccupazione. È morto a fine turno, schiacciato dentro al suo camioncino che in quel momento era sotto al viadotto. «Accanto hanno trovato anche i guanti e il cappellino», racconta un dipendente con la casacca della società.
«UN BRAVO RAGAZZO»
La contabilità della strage è un pallottoliere variabile, spiegano i funzionari della prefettura che aggiornano gli elenchi: nei primi giorni c'erano i morti riconosciuti e quelli senza nome, i dispersi che si sapeva per certo fossero lì sotto e quelli che invece, dopo essere scampati al disastro, semplicemente non rispondevano al telefono. Ora la lista nera pare più o meno definitiva: 43 morti, con gli ultimi quattro corpi estratti ieri. Tra loro c'è Mirko: il cartellino delle presenze dell'Amiu indicava chiaramente che stava lavorando sotto il ponte quando è crollato, stava per spegnere il camioncino e tornare a casa. «Un bravo ragazzo, sempre sorridente, con tanta voglia di darsi da fare», è il ricordo di un collega che divideva il turno con lui. La sua famiglia è originaria di Trefiumi, in provincia di Parma, la mamma Paola e il padre Graziano si sono precipitati a Genova appena hanno visto in televisione le immagini del ponte che collassava. E non si sono più mossi dall'ultimo avamposto della zona rossa: «Se potessimo scaveremmo con le nostre mani», dicevano ai volontari che li hanno accuditi. Paola l'aveva promesso, «senza Mirko da qui non me ne vado». Adesso può tornare a casa con il corpo del figlio.
LISTA AZZERATA
Avevano perso le speranze anche i parenti della famiglia Cecala, diretta all'isola d'Elba per una vacanza a casa della zia e transitata sul viadotto: papà Cristian, mamma Dawna e la piccola Krystal, 9 anni, erano svaniti nel nulla. Venerdì notte è toccato a loro: al buio, lavorando sotto le luci dei riflettori, una squadra di vigili del fuoco ha visto spuntare dalle macerie l'auto su cui viaggiavano, una Hyundai. La macchina era tra i resti del ponte, schiacciata da un gigantesco blocco di cemento che faceva parte del pilone della struttura crollato sull'argine sinistro. Per i familiari è una triste conferma. «Ormai avevamo perso ogni speranza, la notizia del ritrovamento dei nostri cari non ci ha sorpresi. Del resto, era rimasto acceso un telefono e la cella che agganciava indicava senza dubbio che erano rimasti schiacciati dal crollo», spiegano con rassegnazione. Il fratello di Cristian, Antonio, la madre Amelia e una delle sorelle di Dawna sono corsi a Genova sperando di trovarli ancora vivi, ma venerdì sono mestamente ritornati a casa in provincia di Novara. «Era inutile restare lì, non potevamo fare niente. Mentre qui a Oleggio cominciavano ad arrivare altri parenti». Ieri mattina Antonio ha dovuto fare il viaggio più triste, quello alla volta della Liguria per il riconoscimento delle salme. La lista dei dispersi è azzerata, ma la protezione civile è cauta: sepolti dalle macerie potrebbero esserci altri morti di cui non è stata denunciata la scomparsa. Forse senzatetto che nessuno cerca.
Claudia Guasco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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