Presidente del Veneto, Luca Zaia, qual è stato il punto di forza della candidatura

Martedì 25 Giugno 2019
Presidente del Veneto, Luca Zaia, qual è stato il punto di forza della candidatura di Milano-Cortina?
«Il dossier. Un dossier che il presidente della commissione valutatrice del Cio, Morariu, ha sostanzialmente sublimato. E poi siamo stati vincenti anche nella presentazione».
Alla presentazione i politici sono parsi in gran forma: lei, ma anche Sala e Giorgetti, tutti grintosi. Ci credevate?
«Sono le Olimpiadi, eh. Parlo per me, ma io l'ho fatto con impegno, perché qui rappresenti non solo la tua comunità, ma una nazione intera, quindi devi essere assolutamente preparato».
Secondo lei cos'è che ha colpito i membri del Cio?
«Intanto il fatto che è stata una presentazione della candidatura molto friendly, puntuale, non noiosa, non stucchevole. E soprattutto rispettosa dell'autonomia dei membri del Cio. Noi non abbiamo fatto richiami alla responsabilità del Comitato internazionale olimpico o quant'altro. Noi ci siamo presentati e senza fare allusioni se avremo le Olimpiadi, se ci darete i Giochi. Ho visto invece che Stoccolma ha tirato le orecchie al Cio».
La svedese Gunilla Lindberg ha lanciato questa provocazione: «Il Cio è pronto per le nuove regole o sono solo chiacchiere?». Della serie: conta l'Agenda 2020 o i bei paesaggi? Lei cosa pensa al riguardo?
«Noi non l'avremmo mai fatto. Tant'è che non l'abbiamo fatto».
Nella presentazione avete coinvolto le atlete Sofia Goggia, Michela Moioli, Elisa Confortola, Arianna Fontana.
«Sono state eccezionali. La scelta di renderle protagoniste della presentazione l'abbiamo condivisa da subito visto e considerato che sono plurimedagliate. Ci hanno fatto fare bella figura».
Quale adesso sarà il primo atto?
«In realtà noi stiamo già lavorando. Avuta l'aggiudicazione abbiamo firmato subito il contratto. E ricordo che noi, come Regione, assieme alla Lombardia, abbiamo messo le garanzie».
Che società creerete per l'organizzazione dei Giochi?
«Sulla governance dobbiamo ancora ragionare, comunque ci sarà un ente organizzatore - il cosiddetto Ocog - e una società veicolo per la realizzazione».
Alla vigilia della sessione di Losanna da Torino sono arrivati segnali di apertura: può essere recuperata?
«Oggi il dossier è uno solo ed è quello che conoscete. È stata una avventura travagliata: è partita con Milano, poi si è fatta avanti Torino, poi noi siamo entrati a gamba tesa con Cortina d'Ampezzo e a quel punto sembrava che fosse a tre, dopodiché Torino non voleva più. Oggi c'è Milano-Cortina, io non sono assolutamente disponibile a cambiare il nome».
E se fosse solo una estensione degli impianti coinvolgendo il Piemonte?
«Oggi direi proprio di no. Bisogna essere seri, noi abbiamo presi impegni con i territori che sono ad esempio quelli delle 49 medaglie per noi, il bob, eccetera».
Due cerimonie di apertura? Adesso ne farete una anche a Cortina per agevolare gli atleti l'indomani nelle gare?
«Ma è già sdoppiata, c'è la cerimonia a Milano e quella in parallelo a Cortina, sotto il trampolino. È una idea, è tutto da affinare. Così come bisognerà definire bene la cerimonia di chiusura all'Arena di Verona che sarà in mondovisione, uno spettacolo unico».
Un rimpianto?
«La perdita di tempo iniziale a discutere in tre per essere poi in due, per trovarsi in uno e tornare a due».
Al.Va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci