Padova, nuova spaccata: auto-ariete contro negozio

Sabato 17 Novembre 2018
IL COLPO
PADOVA Un blitz di 45 secondi. È bastato così poco per sfondare una vetrata, mettere a segno un colpo da ottantamila euro e far ripiombare il centro di Padova nell'incubo delle spaccate. Siamo in via San Fermo, la strada del lusso nel cuore della città. In questa zona lo scorso luglio era cominciata la lunga ondata di furti e sempre qui, nella notte tra giovedì e venerdì, i ladri sono tornati in azione.
Le telecamere interne del negozio Duca d'Aosta, uno dei più eleganti della città, segnano le ore 1.57 e le immagini mostrano perfettamente la scena. Un uomo a piedi, incappucciato e con i guanti indosso, cammina sotto i portici e si ferma davanti al negozio. Un'Alfa Romeo bianca arriva in retromarcia e devasta la vetrata. L'uomo al volante scende e punta dritto agli scaffali, il complice gli dà man forte rischiando di scivolare su quel pavimento diventato nel frattempo una distesa di vetro. I ladri rubano 40 borse, tutte di marchi pregiati: Valentino e Bottega Veneta, Bulgari e Yves Saint Laurent. Il prezzo va dai 500 ai tremila euro.
LA FUGA
In pochi minuti polizia e vigilanza privata sono sul posto, ma non basta. La banda (composta probabilmente anche da un terzo uomo) si è già volatilizzata sotto gli occhi di un paio di testimoni, svegliati dal frastuono in piena notte. «Mi sono alzata di soprassalto e non ho più chiuso occhio» racconta la signora di 81 anni che ha lanciato subito l'allarme. Abita nella palazzina di fronte, si è affacciata alla finestra e si è trovata di fronte una scena da film. La Squadra Mobile della questura lavora per identificare i responsabili, probabilmente malviventi esperti che sapevano perfettamente dove mettere le mani. «Potrebbero essere gli stessi che avevano già colpito da noi il 27 maggio, e la merce sarebbe destinata sempre ad un mercato parallelo» racconta scuotendo la testa il responsabile della sicurezza del negozio, Davide Annibale. In quel caso il blitz durò quattro minuto e il bottino fu addirittura di 150mila euro. Il passaparola corre veloce tra le strade del centro perché dalla scorsa estate quello dei furti è senza dubbio il tema più discusso, tanto che un gruppo di negozianti ha pure organizzato delle passeggiate di controllo notturne. Negli ultimi quattro mesi siamo arrivati a contare sessanta colpi e tentati colpi in tutta la città (con tre relativi arresti), ma va fatta un'importante precisazione. Se nei mesi scorsi gli assalti a bar e negozi sembravano principalmente frutto dell'azione di sbandati in cerca di pochi spiccioli (come nel caso del tentato furto al caffè Pedrocchi lo scorso agosto), quello di giovedì notte appare invece come un furto orchestrato da una banda specializzata.
LO SCONTRO POLITICO
Piccoli furti ad opera di balordi oppure grandi colpi firmati da novelli Arsenio Lupin: la dinamica non cambia, ormai a Padova ogni episodio è in grado di riaccendere lo scontro politico. Il centrodestra attacca il sindaco Sergio Giordani parlando di una città «mai così insicura», il primo cittadino rimanda le accuse al mittente contestando il decreto-sicurezza di stampo leghista. Il ministro Matteo Salvini questo mese è intervenuto spedendo nella città del Santo 39 carabinieri e 10 poliziotti, ma intanto il malumore dei padovani resta: lo scorso fine settimana, giusto per fare un esempio, in città sono state registrati quattro accoltellamenti, due spaccate e una rapina.
Il presidente dell'Ascom padovana, Patrizio Bertin, si fa portavoce delle paure dei commercianti: «Padova rischia di essere tagliata fuori dal circuito dei negozi importanti. Ci sono vie che stanno perdendo il loro fascino e le grandi firme si spostano. Si dovrebbe intervenire per ricostruire l'immagine della città. La situazione si è fatta imbarazzante, si chiude il negozio la sera ma non si sa cosa si trova il mattino dopo».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci