NOTTE MAGICA
TOKYO Una notte così era impossibile anche solo pensarla. Undici

Lunedì 2 Agosto 2021
NOTTE MAGICA
TOKYO Una notte così era impossibile anche solo pensarla. Undici minuti che hanno sconvolto l'atletica mondiale mandando in paradiso quella italiana. Due ragazzi, due amici, due medaglie d'oro. E un pianeta intero che avrebbe voluto essere all'interno dello Stadio Olimpico di Tokyo e che resta con la bocca aperta davanti alla tv. Ma davvero abbiamo appena visto due atleti italiani vincere in pista due ori alle Olimpiadi nel giro di 11 minuti? Non siamo su Scherzi a parte. Lo scherzo, semmai, lo abbiamo fatto noi a quell'atletica internazionale che sembrava aver ripudiato i nostri colori da un po' di anni e che da ieri sera è allagata da una gigantesca marea di euforia azzurra. Gimbo chiama, Marcell risponde. Tutto a pochi metri di distanza l'uno dall'altro. Se abbiamo pensato che la Super Sunday con l'Italia di Mancini che vince gli Europei di calcio e Matteo Berrettini che gioca la finale di Wimbledon fosse un punto d'arrivo irripetibile per la nostra storia, allora abbiamo bisogno di un corso di autostima. Perché questa Italia in trance agonistica perenne ormai non ha più limiti. E sforna una Golden Sunday così i giapponesi avevano ribattezzato questa domenica da 25 titoli olimpici - che è un capolavoro senza eguali nell'epopea sportiva del Paese. Tamberi è oro nel salto in alto, Jacobs nei 100 metri: per rintracciarne un altro bisognava andare indietro fino alla marcia di Alex Schwazer a Pechino 2008 e, per ritrovare un'accoppiata di questo tipo, fino a Mosca 1980, con Sara Simeoni a volare più in alto di tutte e Pietro Mennea a bruciare la pista nei 200 metri. Non due nomi banali, insomma. Ma la notte di Tokyo con tutto l'onore possibile dovuto ai due totem azzurri del passato si colloca in un'altra dimensione.
CAMPIONISSIMI
Straordinario Gimbo, davvero. Ma quello che ha fatto Marcell è leggenda. Oltre il tempo, oltre i miti, oltre la storia. È lui l'uomo più veloce della Terra, lo sprinter purosangue che raccoglie il testimone a cinque cerchi di Sua Maestà Usain Bolt. Mai nessun azzurro aveva corso la finale olimpica dei 100. Nemmeno Mennea. A pensarci bene nemmeno Jacobs la corre: la divora. Una progressione imperiosa, che i giapponesi inventori del treno Shinkansen superveloce avranno apprezzato. Magari credendola una citazione. Il crono all'arrivo è da brividi: 9.80. Record europeo. E tanto per scomodare ancora Bolt: il giamaicano a Rio vinse in 9.81. Marcell avrebbe battuto anche lui. Ma, se la medaglia d'oro è l'apoteosi, a essere incredibile è tutta questa trasferta giapponese del texano di Desenzano sul Garda. Che in batteria ha ritoccato il record italiano, 9.94, un centesimo in meno del precedente. In semifinale ha pennellato un 9.84 mostruoso che ha seminato in tutti il germe della possibilità che qualcosa di clamorosamente inatteso stesse per accadere. Troppo evidente la partenza sbagliata per non pensare che con un tempo di reazione giusto il 26enne nato a El Paso lo stesso giorno di Enzo Bearzot 26 settembre, data evidentemente di vincenti avrebbe potuto mettersi tutti alle spalle. E così è stato. Gara perfetta in finale. Partenza, accelerazione e testa davanti a tutti. Lo spazio di frenata è talmente lungo che serve l'intervento di Tamberi, che lo aggancia per festeggiare, avvolti nel Tricolore. Marcell si passa le mani nei capelli che non ha. Poi i due, insieme, riescono a fare l'ennesima magia della serata. Far comparire il pubblico nello stadio vuoto. C'è talmente tanta adrenalina che sembra davvero di sentire i boati e gli applausi. E i due azzurri si concedono anche il giro di pista, per ringraziare tutti i tifosi immaginari, mentre gli addetti ai lavori provano a richiamarli all'ordine. Le rigide tempistiche giapponesi non ammettono di divagare dal protocollo. Ma, caspita, qui si è fatta la storia e la storia mica si fa con i protocolli.
LE REAZIONI
Nei suoi due giorni di gare, il velocista delle Fiamme Oro Padova ha limato un decimo e mezzo al suo tempo limite. Una mostruosità. Che manda in visibilio i giornalisti americani: la mobilitazione in sala stampa è totale. Non è che per caso quella nascita in Texas Non ci provate: Jacobs è arrivato in Italia a 10 mesi, a malapena parla inglese e il governo italiano già lo aspetta. Il premier Mario Draghi contatta subito il presidente del Coni Giovanni Malagò, «era commosso», racconta. Poi Malagò lo richiama e glieli passa entrambi al telefono: «Sono orgoglioso di voi, state onorando l'Italia» e li invita a Palazzo Chigi quando saranno di ritorno da Tokyo. Immediata anche la nota del Quirinale: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aspetta i due medagliati. E Malagò, risollevato anche per due ori pesantissimi che adesso rendono trionfale il medagliere azzurro, ammette: «Il mio giorno più bello da presidente? Sinceramente penso di sì. Anzi penso sia proprio il giorno più bello dell'Italia sportiva in assoluto». Difficile non essere d'accordo.
Gianluca Cordella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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