Melegatti, il tribunale blocca il piano pasquale No a 300mila colombe

Sabato 10 Febbraio 2018
Melegatti, il tribunale blocca il piano pasquale No a 300mila colombe
LA VERTENZA
Il miracolo di Natale non si ripeterà a Pasqua: le colombe Melegatti non saranno sugli scaffali per le prossime festività, come avvenuto per pandori e panettoni lo scorso dicembre. Solo l'altro ieri le lacrime di gioia e gli abbracci dei dipendenti.
A ventiquattro ore di distanza, il salvataggio della casa dolciaria veronese da parte del gruppo trevigiano del caffè Hausbrandt subisce un inaspettato stop e dovrà quantomeno rinunciare ad una ripartenza immediata: il Tribunale di Verona, infatti, non ha dato il via libera alla campagna per produrre i dolci pasquali, che il marchio dell'espresso era pronto a finanziare.
Da tempo in grave crisi, la Melegatti ha presentato domanda di concordato preventivo in bianco e, di conseguenza, ogni operazione deve essere vagliata dal giudice e dai commissari giudiziali delegati alla procedura.
LA RIPARTENZA
L'impresa della Marca guidata da Fabrizio Zanetti aveva avanzato una manifestazione di interesse per lo storica ditta scaligera ed ottenuto una procura generale proprio per riavviare la produzione in vista delle vendite pasquali. Come cauzione, un assegno da un milione di euro. Le perplessità dei magistrati, a quanto si è appreso, anche da fonti sindacali, non riguardano né le intenzioni di Hausbrandt, né le garanzie economiche, quanto piuttosto i tempi tecnici risicati e incompatibili con i passaggi già stabiliti: in buona sostanza, con l'assemblea dei soci già convocata per il 23 febbraio e il termine per la presentazione del piano di ristrutturazione del debito (oltre 22 milioni di euro) in scadenza il 9 marzo, secondo i giudici è ormai troppo tardi per riuscire a produrre le trecentomila colombe previste da una pur ridotta campagna primaverile.
Questo naturalmente non significa che Hausbrandt Trieste 1892 non possa acquistare l'intera Melegatti, come ha annunciato di voler fare lo stesso gruppo fondato nel capoluogo giuliano a fine Ottocento (due anni prima della Melegatti), ma ormai da decenni radicato a Nervesa della Battaglia, nella Marca Trevigiana, 500 addetti, 98 milioni di fatturato nel 2017, attivo, oltre che nella produzione e nella commercializzazione del caffè, anche nei settori di birra, vino e pasticceria.
L'IMPEGNO PRESO
Il 35enne amministratore delegato Fabrizio Zanetti l'aveva assicurato anche ai lavoratori in presidio davanti allo stabilimento di San Giovanni Lupato (i 66 dipendenti, senza stipendio da mesi, sono in cassa integrazione a zero ore): Non siamo qui per una stagione, vogliamo dare un futuro stabile al marchio.
L'obiettivo, ritenendo i rispettivi business complementari, è quello di creare un polo veneto dell'alimentare e, allo scopo, da Nervesa sarebbero pronti a mettere sul piatto investimenti per 15 milioni di euro. Il Tribunale ha invitato l'imprenditore a presentare entro il 23 febbraio un piano di risanamento. Se la volontà di acquisto verrà confermata, magari non già da lunedì prossimo, come speravano i lavoratori, ma la Melegatti può ancora ripartire.
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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