«Lunedì può cambiare tutto così Roma dovrà ascoltarci»

Sabato 21 Ottobre 2017
IL FAVOREVOLE
Roberto Ciambetti, vicentino, 52 anni, presidente del consiglio regionale del Veneto, leghista, è stato uno dei pochi invitati in Catalogna come osservatore internazionale all'ultimo referendum sull'indipendenza dalla Spagna. Studioso di storia veneta, è convinto assertore dell'autonomia.
Presidente Ciambetti, perché questo referendum è importante?
«Perché è la prima volta che viene permesso di votare sull'autonomia. Nel 1992 e nel 2000 la Corte costituzionale disse no. Questo referendum è un'opportunità democratica».
La richiesta dell'indipendenza è definitivamente tramontata?
«In questo momento stiamo parlando di autonomia, non facciamo confusione con altre cose, siamo nel solco della Costituzione e spero che il Governo capisca. Il referendum sull'indipendenza della Catalogna nasce dopo che lo statuto di autonomia votato dal Parlamento spagnolo e catalano è stato bocciato dalla Corte costituzionale. O le autonomie si capiscono, si accompagnano, si danno a chi lo merita, oppure partono tensioni difficili da governare».
C'è chi dice che il 23 non cambierà niente.
«Cambierà tutto, nulla sarà come prima. Se va male qualsiasi possibilità di avere maggiore autonomia sarà messa in un cassetto e Roma ci bastonerà, se invece il voto sarà partecipato saranno costretti ad ascoltare il voto di milioni di veneti».
Si sono visti spot come con l'autonomia meno tasse e più lavoro. Fantasia?
«Realtà. Quando andremo a contrattare le competenze chiederemo anche le risorse e soprattutto l'applicazione dei costi standard».
Dicono: 14 milioni sprecati, si poteva trattare subito come l'Emilia Romagna.
«La trattativa dell'Emilia Romagna è partita esclusivamente perché c'era il referendum in Veneto. Mi auguro che dal 23 ottobre il presidente Bonaccini, che l'anno scorso appoggiava la riforma centralista di Renzi, si impegni come si è impegnato in questi ultimi dieci giorni».
Lo Stato chiede 2 milioni per pagare l'ordine pubblico. Non l'avevate messo in conto?
«Mai successo prima. È l'ultimo tentativo dello Stato centrale di creare problemi al referendum del Veneto. Lo Stato ha una paura incredibile».
La cosa più bella e più brutta della campagna elettorale.
«La più bella incontrare tanti giovani che volevano capire. La più brutta le troppe bugie raccontate dai contrari al referendum. Mi auguro che vadano a confessarsi».
Alda Vanzan
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