Lo stalker dei baristi rispedito in Marocco: 16 denunce in 3 mesi

Domenica 24 Giugno 2018
Lo stalker dei baristi rispedito in Marocco: 16 denunce in 3 mesi
IL CASO
TREVISO Era diventato l'incubo dei commercianti e dei baristi del centro, che non avevano mancato di denunciare i suoi continui assalti ed anzi avevano persino stilato un dossier sulle sue incursioni: piccoli furti, molestie ed atti osceni davanti ai clienti, danneggiamenti e più o meno gravi aggressioni che gli avevano fatto accumulare una dietro l'altra ben 16 denunce in poco più di tre mesi. Denunce che ovviamente, in quanto tali, non gli avevano impedito di continuare a disturbare, per usare un eufemismo, le attività dei locali del centro storico. Almeno fino a venerdì quando la polizia lo ha accompagnato nel centro per i rimpatri di Torino, destinazione Marocco, suo paese d'origine.
Questa la fine del molestatore seriale, così era ormai noto tra i locali del centro città un 33enne magrebino, E.Z.M., sul cui stato di salute mentale, considerate le continue bravate di cui si è reso protagonista, qualcuno aveva più volte sollevato qualche dubbio. Dubbio scacciato a quanto pare dalle visite in ospedale seguite alla pioggia di interventi cui sono stati costretti in soli tre mesi gli uomini in divisa (dalla polizia ai carabinieri ai vigili urbani), cui si sono rivolti le vittime di turno, dallo scorso maggio ad oggi, in ben 35 diverse occasioni.
L'ARCHIVIO
I baristi del centro, esasperati, avevano iniziato addirittura a stilare un piccolo archivio delle malefatte del 33enne. Dall'Isola del Gusto in Pescheria ai bar di piazzale Burchiellati, da Sant'Agostino a via Roma, il trentenne magrebino ha colpito un po' ovunque. Cosa faceva? Per farla breve entrava nel bar di turno, rubacchiava quel che trovava, inveiva contro baristi e clienti e, se qualcuno lo ostacolava, lo insultava e lo aggrediva. Che si trovasse davanti un omone o una ragazzina. E spesso si toglieva pure la soddisfazione di provocare qualche danno gratuito, prendendo a calci tavolini o sputacchiando sulle vetrinette dei cibi in esposizione. Senza dimenticare gli episodi più gravi: una donna presa a calci perchè si era rifiutata di offrirgli una sigaretta, due ragazze palpeggiate e degli atti oscenti davanti a minorenni.
«Negli interventi - sottolineano dalla questura - si è sempre posto in atteggiamento di sfida ritenendo che nessuno poteva fargli nulla in quanto titolare di una carta di soggiorno». In effetti era proprio così. Il 33enne era in possesso di una carta di soggiorno a tempo indeterminato dal lontano 2002. Non era legata a un impiego fisso, che non aveva ormai da tempo. Oltre al lavoro il molestatore era senza un domicilio fisso, tant'è che la questura lo scorso 26 maggio ha potuto emettere nei suoi confronti un foglio di via obbligatorio dalla città. L'uomo ovviamente se n'è infischiato considerandolo carta straccia, e l'ha violato senza tante remore. Non aveva calcolato che la questura avrebbe disposto la revoca del titolo di soggiorno, notificata al 33enne a inizio mese. L'uomo avrebbe dovuto prendere armi e bagagli e tornare volontariamente in Marocco o comunque allontanarsi dall'Italia. Così non ha fatto e di conseguenza venerdì pomeriggio, dopo averlo rintracciato, gli agenti lo hanno accompagnato direttamente al centro di espulsione di Torino. Alberto Beltrame
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