LE MISURE
ROMA Dalla scorsa notte è in vigore l'ultimo Dpcm varato dal governo

Lunedì 26 Ottobre 2020
LE MISURE
ROMA Dalla scorsa notte è in vigore l'ultimo Dpcm varato dal governo per provare a contenere il boom di contagi da Sars-Cov 2 che sta rischiando di travolgere il Paese. Il testo infatti, fino al prossimo 24 novembre, proprio in quest'ottica introduce diverse nuove norme con cui gli italiani dovranno fare i conti.
Tra le imposizioni figura ad esempio l'annunciata didattica a distanza al 75% per gli studenti delle scuole superiori, ma manca lo smart working totale per i privati. Tuttavia, la misura probabilmente ritenuta più controversa, riguarda l'orario di apertura di bar, pub, ristoranti e attività che effettuano servizi di ristorazione: dovranno tutte chiudere alle ore 18 e non alle 23.00 come richiesto dalle Regioni ma potranno restare aperti nei fine settimana, contrariamente a quanto previsto in una precedente bozza del testo circolata nella giornata di sabato. Buone notizie invece per negozi al dettaglio, supermercati, centri commerciali, farmacie, parrucchieri, estetisti e altri servizi relativi alla cura della persona: restano tutti aperti (nel rispetto dei protocolli) proprio come musei e chiese. Allo stesso modo resterà consentito spostarsi da una regione all'altra e da una provincia all'altra, per quanto si raccomandi fortemente di evitare tutti i movimenti non considerati essenziali.
CHIUSURE E RACCOMANDAZIONI
Tra le polemiche però, sono molte le attività che da domani dovranno tenere le serrande abbassate. La serrata totale infatti è stata imposta per cinema, teatri, palestre, piscine, scuole calcio, impianti sciistici, centri scommesse, sale giochi e casinò. Divieto di riaprire che rischia evidentemente di mettere in ginocchio un numero enorme di imprenditori che, proprio come i ristoratori, già aspettano le diverse tipologie di ristoro promesse dal governo.
Non solo, accanto alle molte imposizioni presenti, il Dpcm contiene anche diverse indicazioni decisamente più blande in termini giuridici. Frutto della mediazione tra le diverse anime che hanno contribuito alla stesura del testo (governo, partiti, Cts e Regioni), queste non sono infatti vincolati ma fanno appello alla collaborazione dei cittadini. Il decreto raccomanda ad esempio di non spostarsi, con mezzi pubblici o privati, «salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». Ma anche, per provare a spezzare le catene di contagio famigliari, di non organizzare cene in casa con persone non conviventi o fare visita a qualcuno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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